C'è un buco nero incolmabile tra l'immagine dei corpi stesi sulla Rambla di Barcellona e l'entusiasmo e l'amore per la vita che Luca Russo, l'ingegnere 25enne veneto - vittima italiana della strage assieme a Bruno Gulotta - raccontava nelle mille foto di viaggi fatti in tutta Europa. Luca in Norvegia, Luca in Irlanda - "uno dei più bei posti che abbia mai visto" - Luca in Belgio, Francia, e nel suo Veneto, tra Bassano del Grappa, dove viveva, Marostica o Castelfranco. "Adesso prontissimo per incominciare una nuova esperienza lavorativa. Siate affamati, siate folli", scriveva in un post su Facebook, citando Steve Jobs. Luca Russo invece è morto ieri, nell'attentato di Barcellona, mentre si è salvata quasi per miracolo la sua fidanzata, Marta Scomazzon, 21 anni, anche lei di Bassano, studentessa all'Università di Padova, dove si laureerà ad ottobre in scienze politiche. La ragazza si trova ricoverata in un ospedale della città spagnola, con un piede e un gomito fratturati. La mamma di lei, assieme al papà di Luca, sono partiti questo pomeriggio per Barcellona. "Aiutatemi a riportarlo a casa. Vi prego" è l'appello che la sorella di Luca, Chiara Russo, ha lanciato sui social quando si è diffusa la notizia che il fratello era tra le vittime dell'atto terroristico. Le immagini di quei minuti di terrore sono arrivate nelle case dei due ragazzi con il racconto al telefono che Marta ha fatto ad una zia, Lucia. "Stavamo camminando assieme poi ci è venuto addosso il pulmino: io sono caduta e mi sono accorta che Luca non c'era più, non l'ho più visto da quel momento, il suo corpo è stato spazzato via". Come è accaduto sempre in occasione degli attentati terroristici nelle capitali europee, tanti ragazzi che sapevano della presenza dei loro amici italiani a Barcellona hanno cercato con appelli sui social di avere notizie rassicuranti. "Ieri qualche pazzo ha deciso di distruggere un'altra meravigliosa città. In quella città era presente il fratello di una meravigliosa ragazza, e purtroppo di lui non si sa ancora nulla. Sappiamo solo che era lì. Ed indossava dei pantaloncini militari. Fate girare il più possibile, e se qualcuno sa qualcosa, qualsiasi cosa, faccia pure riferimento a me", scriveva un'amica di Marta su Facebook, prima che giungesse la tragica conferma.
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