Ieri sera è pervenuta a papa Francesco la lettera con cui il cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, ha presentato la rinuncia da membro del Collegio cardinalizio. Il Papa ne ha accettato le dimissioni da cardinale e ha disposto la sua sospensione dall'esercizio di qualsiasi ministero pubblico, con l'obbligo di rimanere in una casa che gli verrà indicata, per una vita di preghiera e penitenza, fino a quando le accuse di abusi a suo carico siano chiarite dal processo canonico.
Il card. McCarrick, 88 anni, è accusato tra l'altro di aver abusato di un adolescente 45 anni fa, quand'era ancora un semplice prete a New York. Altre accuse riguardano presunti rapporti con seminaristi adulti.
L'arcivescovo emerito ha protestato la propria innocenza, e le indagini sono tuttora in corso. Nei giorni scorsi, uno dei principali collaboratori del Papa, il cardinale di Boston Sean O'Malley, strenuo combattente contro la piaga della pedofilia nel clero, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ha diffuso una nota sostenendo che nel caso McCarrick "le scuse non bastano", ma occorre piuttosto e urgentemente individuare procedure chiare e definite riguardanti le accuse di abusi sessuali a carico di vescovi e cardinali. L'ex arcivescovo di Washington è uno dei prelati in più alto grado mai coinvolti in accuse di abusi sessuali.
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