"Era un ragazzo buono, che aveva
sbagliato, ma che stava ricominciando. Stefano era un ragazzo
meraviglioso. Già da piccolo era pieno di vita, solare, sempre
con il sorriso e la battuta pronta. Ma era anche molto fragile.
Per questo non posso perdonare chi l'ha ucciso", dice in
un'intervista esclusiva a Chi, in edicola da mercoledì 26
settembre, Ilaria, la sorella di Stefano Cucchi, morto nel 2009
dopo le percosse subite.
"Per lui sono stata - aggiunge - una seconda mamma, avevamo un
rapporto bello, ma conflittuale. Ero quella che, quando lui
andava a letto, gli frugava nelle tasche e controllava il
telefono. Ed ero quella che lui cercava appena aveva un
problema. Non volevo perderlo, perché era circondato dall'amore,
ma non per questo bisognava abbassare la guardia. Ho dedicato la
mia vita a fargli avere giustizia e lo farò per altri ragazzi
morti in carcere. Mio fratello era bello, allegro, mi chiedeva
sempre se fossi felice, perché sapeva che non lo ero: il suo
regalo è stato un'altra vita perché in questa tragedia ho
conosciuto Fabio, Fabio Anselmo, il nostro avvocato, con cui ora
divido anche la vita, come un regalo di Stefano".
Riguardo al film sul fratello "Sulla mia pelle" interpretato
da Alessandro Borghi, Ilaria Cucchi aggiunge: "Al film va
riconosciuto il merito di avergli restituito una personalità. Ho
chiamato Alessandro Borghi per chiedergli come avesse fatto a
riportarlo in vita nella parlata, nel modo di camminare, negli
atteggiamenti. In questi nove anni a fatica abbiamo ricostruito
punto per punto quello che è accaduto a Stefano nella sua ultima
settimana di vita, ma la cosa che nessuno mi potrà restituire è
vedere lo stato emotivo con cui ha affrontato quei momenti.
Borghi lo ha fatto, mi ha ridato Stefano in quei giorni -
conclude - me lo ha regalato come persona".
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