Da Bruxelles dove è prevista la sua partecipazione al Consiglio europeo, il premier Giuseppe Conte annuncia:"Stiamo già lavorando per riformare l'Irpef. Dobbiamo superare l'attuale regolamentazione, l'obiettivo è abbassare le tasse, non aumentarle, ma per farlo dobbiamo recuperare risorse che adesso sono nell'economia sommersa. Non si tratta di criminalizzare nessuno, l'obiettivo è pagare tutti per pagare meno".
"Ritengo la manovra molto equilibrata - aggiunge - nel segno della redistribuzione. Abbiamo evitato l'aumento della pressione fiscale in un quadro di finanza pubblica complesso", infatti "la prima riforma significativa è non aumentare la tassa sui consumi, 23 miliardi e poi altre misure favorevoli a famiglie e imprese".
"Al di là delle singole dichiarazioni, ci confronteremo lavorando all'articolato definitivo quando torno a Roma, ricordiamoci che abbiamo approvato salvo intese, c'è la possibilità di fare ulteriori verifiche, non mi sottrarrò, ci metteremo attorno a un tavolo e verificheremo"
Il premier, intervistato da Repubblica, Stampa e Messaggero aggiunge: "Stiamo lavorando come matti. C'è una task force già all'opera sulle simulazioni per la riforma dell'Irpef. Non possiamo realizzarla quest'anno, abbiamo solo poche settimane. La approveremo nel 2020. Pagare tutti, pagare meno. Ridurremo il numero delle aliquote e abbasseremo la pressione fiscale".
Al quotidiano romano chiarisce: "Unificare al 20% le due aliquote del 27 e del 23 lo considero un bell'obiettivo a cui ambiamo, ma non voglio esagerare e sbilanciami".
"Sull'uso del contante - prosegue Conte a proposito della gestazione del decreto fiscale - c'è stata una forza politica che ha sollevato perplessità, io non ho fatto mistero che si potesse portare da duemila a mille il limite senza particolari scossoni sociali. Ma anche a duemila va benissimo. Ma questo non è un aspetto dirimente rispetto a quello che abbiamo fatto, ma dovevamo dare un segnale".
"Avrei voluto di più - ammette quindi - ma va bene così. Ma ripeto, non è questo il punto centrale del piano cashless' che orienta i cittadini verso l'uso della moneta elettronica e di meno contante". E sottolinea: "Il contante è un costo anche per le banche. Ci sono studi che stimano il costo a 10 miliardi l'anno perché dietro c'è un grande impiego di persone che custodiscono, trasportano, gestiscono il contante. Se noi ci orientiamo verso pagamenti digitali non favoriamo solo l'emersione, e comunque non stiamo rendendo più difficile l'uso del contante".
Il presidente del Consiglio infine chiosa: "La legge di bilancio è chiusa non serve un nuovo Consiglio. Lunedì solo il dl terremoto". Conte annuncia quindi "una task force palazzo Chigi-Mef per ridurre le tasse al ceto medio: è l'obiettivo a cui ambisco".