"Non riesco ad accettare che mio fratello sia stato assassinato, trucidato, costretto a vivere un momento apocalittico. E non riesco ad accettare che ora questa struttura magnifica vada nelle mani nuovamente del gruppo Atlantia, ciò evidenzia la vulnerabilità dello Stato italiano".
Emmanuel Henao Diaz, fratello minore di Henry, una delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi, è salito sul nuovo ponte di Genova nel giorno della inaugurazione per lanciare la sua accusa. E' uno dei pochi familiari che, a differenza del comitato dei parenti delle vittime, ha deciso di 'esserci' alla cerimonia del ponte Genova San Giorgio.
"Si sono scoperte cose troppo gravi per poter permettere che tutto rimanga come prima del crollo del ponte Morandi - denuncia Diaz -. Si è capito che i manager di Aspi non lo hanno gestito, lo hanno lasciato ammalorare, hanno lasciato che crollasse, dalle diverse indagini della Procura si è capito che il ponte Morandi era classificato come a rischio crollo dal 2014".
Diaz prosegue: "Si è capito che i sensori di movimento sul ponte erano stati tranciati nel 2015 e non sono stati ripristinati - accusa Diaz -. Grazie a una relazione fornita dalla Nasa si è capito che il Morandi nel 2015 si deformò, sette mesi prima del crollo si muoveva in modo sempre più marcato, quindi i sensori sarebbero stati fondamentali".
"Bisogna ricordare che anche i cassoni sotto il Morandi non erano controllati dal 2013. Il ponte si è sgretolato, queste persone hanno giocato volutamente con le nostre vite e hanno ucciso 43 persone, mettendo in pericolo migliaia di vite - dice ancora Diaz -. Mi sono preparato moltissimo dal punto di vista mentale per arrivare qui, ma nonostante ciò all'arrivo mi sono sentito male, quando sono uscito dalla galleria di Coronata ho guardato il panorama, è stato terribile, perché mio fratello quella mattina ha percorso la stessa galleria vedendo lo stesso skyline: una vista magnifica, come ultima immagine della sua vita terrena, poi ha vissuto una atrocità".