I ragazzi dei Fridays For Future (FFF), i giovani ispirati da Greta Thunberg, di nuovo in piazza per uno sciopero nazionale per il clima in tutte le città italiane. "Scioperiamo da una giornata di scuola o di lavoro - è il grido di allarme che lanciano - per inchiodare le persone al potere alle loro responsabilità e al loro tradimento. Nessun governo, nemmeno quello italiano, ha ascoltato sul serio gli allarmi che la comunità scientifica ripete da anni". Questo decennio è "cruciale: le scelte che facciamo, le politiche che adottiamo sono determinanti per il futuro della nostra e delle prossime generazioni", dicono parlando dell'urgenza di azioni concrete per combattere i cambiamenti climatici ed arrestare le emissioni di CO2. In oltre 100 città - spiegano - tra scioperi e presidi studenteschi i Fridays si impegnano a rispettare le disposizioni di sicurezza per la protezione contro il coronavirus.
Tagliare le nostre emissioni di CO2 del 12% all'anno, così da arrivare a un quasi 'zero' al 2030. Questo l'obiettivo del Piano dei Fridays For Future (FFF) Italia, una vera e propria campagna che si chiama 'Ritorno al futuro' e rivolta prima di tutto al governo. I ragazzi sono scesi in piazza per uno sciopero nazionale, in cui hanno lanciato il loro personale Recovery plan, chiedendo al governo di investire quelle risorse sulla transizione ecologica. Insieme a decine di esperti e associazioni, i FFF hanno messo a punto un vero e proprio Piano per la ripresa; dicono di averlo costruito durante la crisi sanitaria, in pieno lockdown. Il Piano è pronto per essere usato, con alla base la transizione ecologica. Ed è composto da sette capisaldi, dall'economia decarbonizzata alla tutela della salute.
Si parte da i dati forniti dalla scienza: mancano sette anni e 91 giorni alla fine del budget di carbonio del Pianeta; da quel momento in poi il mondo viaggerà "irrimediabilmente" verso l'aumento medio delle temperatura globale al di sopra degli 1,5 gradi. "Bisogna correre, e farlo subito: è necessario tagliare le nostre emissioni del 12% all'anno per arrivare a essere a (quasi) emissioni 'zero' entro il 2030". Il Piano - come dicono - è "una ricetta pronta all'uso". Alla base l'idea che alla "crisi climatica e a quella sociale ci sia un'unica soluzione": e cioè la transizione ecologica. E può essere sintetizzato in sette punti chiave.
Primo: rilanciare l'economia investendo nella riconversione ecologica. Secondo: riaffermare il ruolo pubblico nell'economia. Terzo: realizzare la giustizia climatica e sociale. Quarto: ripensare il sistema agroalimentare verso un'agricoltura che sia più sostenibile. Quinto: tutelare la salute, il territorio e la comunità. Sesto: promuovere la democrazia, l'istruzione e la ricerca. Settimo: costruire l'Europa della riconversione e dei popoli. "Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza del governo - concludono - è documento miope che mira più alla resistenza che alla resilienza. Non siamo in linea oggi con l'accordo di Parigi e non potremo mai esserlo. Bisogna modificare le linee guida di quel Piano. E anche la legge di Bilancio del 2021 deve essere all'insegna della transizione ecologica. Non sono richieste radicali, è il minimo per garantirci un futuro".
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