Gli avrebbe inviato decine di
messaggi via sms, WhatsApp, email, Facebook, Instagram, avrebbe
finto di essere lui su una chat di incontri fissando
appuntamenti con uno sconosciuto che poi è andato a bussare alla
porta della vittima, si sarebbe appostato per monitorare i suoi
spostamenti e, infine, avrebbe preso in affitto una casa da cui,
con un binocolo, poteva vedere il suo appartamento. Con l'accusa
di atti persecutori aggravati nei confronti dell'ex compagno è
finito in carcere a Milano un uomo di 46 anni originario di
Taranto a cui, a marzo, era stata già applicata la misura
cautelare del divieto di avvicinamento.
Il gip Manuela Cannavale, infatti, ha deciso di inasprire la
misura cautelare mettendo in cella l'uomo, dato che, come si
legge nel provvedimento, "non sa controllare i propri impulsi ed
è assolutamente refrattario rispetto alle prescrizioni imposte".
L'indagine, coordinata dal pm di Milano Giovanni Tarzia,
nasce dalla denuncia-querela presentata nell'ottobre 2019 dalla
vittima dello stalking, un uomo di 38 anni. I due avevano
iniziato una relazione nell'agosto 2016.
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