Il 25 gennaio 2016 alle 19.41 Giulio Regeni inviò dall'Egitto il suo ultimo sms. Di lui non si seppe più nulla fino al 3 febbraio, quando il cadavere, torturato, fu trovato su una strada tra Il Cairo e Alessandria. A cinque anni da quel messaggio la verità sull'assassinio del ricercatore friulano è ancora lontana, nonostante il lavoro della magistratura italiana e l'impegno del governo.
"25 gennaio 2021... un carico di GIALLO". Lo scrive la madre di Giulio Regeni, Paola Deffendi, sui suoi profili social, allegando una foto, all'interno di un vivaio, con piantine gialle.
Il giallo è il colore di Amnesty International e della battaglia che la famiglia Regeni sta portando avanti per chiedere verità e giustizia per la morte di Giulio. In occasione della ricorrenza l'organizzazione "Giulio siamo noi" invita gli utenti social a postare una foto, una immagine o un video, scrivendo su un supporto giallo "una frase che chieda verità e giustizia per Giulio, il richiamo dell'ambasciatore e stop accordi con chi tortura".
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