La decisione di assolvere l'ex
procuratore capo facente funzioni di Aosta, Pasquale Longarini,
ora giudice civile a Imperia, non è "stata assunta con
riferimento" alle argomentazioni della sua difesa, "ma neppure
prendendo a base i rilievi degli operanti, la credibilità dei
quali, come risulta da quanto motivatamente si è argomentato, è
alquanto scarsa". Lo scrive la seconda sezione penale della
Corte d'Appello di Milano nelle motivazioni della sentenza con
cui il 5 novembre 2020 ha confermato l'assoluzione "perché il
fatto non sussiste" di Longarini, che era accusato di induzione
indebita a dare e promettere utilità, rivelazione di segreto
d'ufficio e favoreggiamento, nell'ambito di un procedimento per
il quale il 30 gennaio 2017 era finito ai domiciliari. Assolti
con lui anche il grossista alimentare Gerardo Cuomo e
l'albergatore Sergio Barathier.
"Basterà ricordare qui", scrivono i giudici, "che il presente
procedimento è stato originato da quanto è stato riferito,
contrariamente al vero", da un investigatore a un inquirente, "e
cioè che Longarini aveva chiamato personalmente Barathier
invitandolo a scegliere come fornitore dell'Hotel Royal & Golf
Cuomo, per poi precisare che Barathier era indagato da
Longarini".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA