Il fiuto finissimo di un cane addestrato a riconoscere l'odore di una persona positiva al Covid-19, per sostituire un test rapido o un tampone molecolare.
Sarebbe un notevole passo in avanti per lo screening di comunità - all'entrata di una scuola, di uno stadio o di un cinema - l'eventuale validazione della ricerca promossa dall'Università politecnica delle Marche in collaborazione con l'Area Vasta 3 di Macerata, la Assl di Sassari, l'Università di Camerino e le associazioni cinofile Progetto Serena Onlus Asd, Semplicemente cane e Cluana Dog.
Dopo 'l'imprinting' di alcune settimane, in cui l'animale impara, su campioni di sudore di positivi e negativi, a percepire con l'olfatto la differenza, gli addestratori gli insegnano a sedersi per indicare la positività. Le prime prove, con sette cani tra cui labrador retriever, bracchi e meticci, sono incoraggianti: oggi in azione, durante una dimostrazione alla Facoltà di Medicina ad Ancona, i labrador Aki (4 mesi) e Wave (12 mesi) che hanno scovato, sedendosi, tra gli specializzandi-figuranti quelli in possesso di provette con campioni Covid-positivi. Gli animali lo percepiscono come un gioco e vengono gratificati con premi. Prima di avere il 'valore' di tampone, precisa la coordinatrice del progetto "C19-Screendog" prof.ssa Maria Rita Rippo, docente Univpm, presidente del corso di laurea in infermieristica sede di Macerata, saranno necessari test su un migliaio di persone e il confronto con il rispettivo test molecolare, per confermarne l'attendibilità.
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