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Il Green Pass e gli italiani, cosa dicono sui social

Il Green Pass e gli italiani, cosa dicono sui social

20 luglio 2021, 10:50

Redazione ANSA

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Green pass, le conversazioni on line - RIPRODUZIONE RISERVATA

Green pass, le conversazioni on line - RIPRODUZIONE RISERVATA
Green pass, le conversazioni on line - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo l’annuncio di Macron di introdurre delle norme che prevedono, da inizio agosto, l'obbligo di pass sanitario nei trasporti (aerei, pullman e treni), per entrare nei ristoranti, nei bar e l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario, e l’ipotesi del nostro Governo di adottare una soluzione simile anche nel nostro Paese, non cessano le polemiche sul cosiddetto “green pass”.

Secondo un sondaggio condotto da SWG, tra il 14 e il 16 luglio scorsi, su 800 soggetti maggiorenni residenti in Italia, per un italiano su due, il Governo dovrebbe estendere l'uso del Green Pass già nell'immediato e un ulteriore 21% si dichiara favorevole all’introduzione del green pass “solo se il numero di contagi dovesse crescere di molto”. Contrario invece meno di un italiano su cinque (19%) che ritiene che “sarebbe una decisione sbagliata in ogni caso”.

   Ecco che allora, per approfondire ulteriormente la questione, ANSA E DataMediaHub hanno analizzato le conversazioni online (social + news online + blog e forum) nell’ultima settimana proprio relativamente al “green pass”. Dal 13 luglio alla mattinata del 20 luglio le citazioni online di green pass sono state quasi 140mila, da parte di più di 16mila autori unici, i cui contenuti hanno coinvolto (mi piace + reaction + commenti e condivisioni) oltre 1,5 milioni di persone. Volume di conversazioni che ha generato una portata potenziale (“opportunity to be seen”) di 557,6 miliardi di impression. Portata potenziale che stimiamo ragionevolmente essere effettivamente pari a 2,7 miliardi di impression, di esposizioni a contenuti relativi al tema in questione, al lordo delle duplicazioni. Insomma, appare evidente che di green pass si discute molto. Ma come se ne parla? A parlarne sono soprattutto gli individui di sesso maschile, che pesano circa il 62% del totale, e coloro tra 18 e 34 anni, anche se sappiamo che il dato anagrafico è condizionato dalla maggior propensione all’utilizzo dei social da parte dei giovani.

Anche se appare evidente la contrapposizione tra favorevoli e contrari, come mostra la “tag cloud”, la nuvola di hashtag maggiormente utilizzati nelle conversazioni online sul tema, che evidenzia #GreenpassObbligatorio da un lato e #NoGreenpass dall’altro, complessivamente appaiano decisamente superiori coloro che si schierano a favore dell’obbligatorietà del certificato sanitario. No a caso uno dei post che hanno generato maggior coinvolgimento è proprio quello di ANSA che evidenzia la corsa a vaccinarsi dopo il discorso di Macron ai francesi. E, escludendo gli altri media, spiccano il tweet di un italiano in Germania che scrive: «Ieri, a Berlino, per entrare in un locale ho dovuto presentare il Green Pass.

Sono ancora vivo? Sì La mia libertà è stata violata? No Mi hanno preso gli alieni? No È una cosa giusta? Sì È semplicemente buon senso? Sì». Contenuto rilanciato 1.340 volte e segnato nei preferiti, o “piaciuto”, più di 13mila volte. Tweet al quale segue quello di una donna che, in maniera retorica, si chiede: «e il green pass no, e il vaccino no, e le chiusure no, e le restrizioni no... Ditemi allora come vorreste superare sta pandemia, pregando?». Tweet retwittato 1.137 volte e piaciuto da più di 8mila utenti. Del resto, fortunatamente, stando a quanto pubblicato da due ricercatori della Statale di Milano su “la Voce”, sono il 5% le persone che dichiarano di non essere assolutamente disponibili a essere vaccinate. Una minoranza assoluta. In conclusione, è netta la superiorità numerica di coloro che sono favorevoli al green pass, e di riflesso alla vaccinazione, ma non vi è dubbio che vi sia una “minoranza rumorosa” che pesca informazioni da siti non accreditati sentendosi dei pionieri perché hanno ‘scoperto’ questi siti, mica come noi pecoroni che leggiamo le cose che conoscono tutti. Un problema nel problema, come ben sappiamo.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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