Il gip del tribunale di Brescia ha
archiviato l'inchiesta bis sulla morte di Desirée Piovanelli, la
14enne uccisa a Leno, in provincia di Brescia nel settembre del
2002. Gli autori materiali, di cui tre minorenni che hanno
scontato la pena e sono liberi e un maggiorenne ancora in
carcere, sono già stati condannati in via definitiva, ma secondo
il padre della ragazzina non tutta la verità è emersa.
Il genitore sostiene che dietro al delitto della figlia ci
fosse un giro di baby prostituzione e che il presunto mandante
sia ancora in libertà. "L'archiviazione ci lascia l'amaro in
bocca. Anche perché è stato disposto il sequestro del profilo di
dna ignoto trovato sulla manica e sul retro del giubbino che
indossava Desirée quando è stata ritrovata. Tracce che all'epoca
non erano state prese in considerazione" hanno commentato gli
avvocati Alessandro Pozzani e Cesare Gualazzini, che
rappresentano i genitori della vittima e che avevano presentato
opposizione alla richiesta di archiviazione della procura. "Uno
dei minorenni condannati prima e dopo il delitto aveva chiamato
a lungo un numero di un telefono intestato ad un adulto. Perché
non è stato preso in considerazione?" si chiedono i legali. "Il
fatto che però si ammetta che ci sia un profilo ignoto e che ne
sia stato disposto il sequestro ci fa dire che non ci fermiamo e
che andremo avanti". Anche il padre di Desirée Piovanelli è
convinto che "qualcuno sa la verità, sa come sono andati i fatti
e spero che prima o poi la racconti".
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