"Il nostro Green pass è la Costituzione". A dirlo alcuni manifestanti a Circo Massimo per il sit-in contro il certificato verde obbligatorio da oggi sul lavoro. "No green pass. Vergogna, a casa" si legge su uno striscione. E c'è chi rivolgendosi ai cronisti dice: "Avete perso il senso critico. Il fascismo è nella stampa. Fate propaganda di Stato".
"Non siamo violenti - dice una manifestamte -. Siamo cittadini onesti ed eravamo a piazza del Popolo per i nostri diritti". Mentre un altro insiste: "Questo Covid non esiste. Li hanno ammazzati con la Tachipirina e la vigile attesa. La colpa è del 'Sistema Speranza'". Nel corso della manifestazione è stata anche mostrata una foto di Giuseppe De Donno, il medico di Mantova morto suicida nei mesi scorsi.
Al grido di "Noi siamo il popolo, noi siamo la democrazia" un gruppo di donne si è avvicinato con delle rose in mano alle forze dell'ordine che con i blindati stanno chiudendo gli accessi alla piazza. "E' un gesto simbolico", dicono le donne.
"Siamo qui per ristabilire l'equilibrio sociale. Non ci appartengono gruppi di provocatori". Così l'avvocato Edoardo Polacco, promotore del sit-in contro il Green pass in corso a Circo Massimo, al centro di Roma. "E' la nostra piazza, la piazza della libertà. Alla fine hanno avuto prefetto e questore: siamo molti più di mille. Siamo diecimila" ha detto dal palco l'avvocato Polacco mentre i manifestanti gridano "libertà" e sventolano bandiere tricolori. "Qui ci sono lavoratori mandati via nonostante un certificato negativo del tampone - sottolinea Polacco - Siamo diventati quasi Gandhiani, abbiamo accettato un triplo spostamento della piazza, nonostante tutto abbiamo aderito perché sono certo che oggi dimostreremo che il popolo italiano è democratico. Noi siamo il popolo, noi siamo la democrazia. Non abbiamo nessuna aderenza con Forza Nuova e con nessun altro partito".
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