La manifestazione dei portuali contro l'obbligatorietà del Green pass sul posto di lavoro ha sancito per Trieste il titolo di capitale della protesta no vax o, più in generale, no Green pass.
E' soltanto una ufficializzazione: nelle ultime settimane ha preso corpo in città un tenace schieramento di protesta - che in Friuli Venezia Giulia, e a Trieste in particolare, trova terreno fertile anche in mai sopite spinte indipendentiste - che ha esibito la sua forza in varie manifestazioni.
Un rapido crescendo dal quotidiano presidio serale di una sparuta presenza contestataria a cortei sempre più eterogenei e numerosi. Fino alla stupefacente prova di forza dell'ultima protesta in centro con 15mila persone. Un numero impressionante per una città di 200 mila abitanti.
Questo orientamento di protesta si è addensato anche in ambito politico, per la precisione intorno al movimento 3V (no vax) capeggiato da Ugo Rossi, assurto alle cronache per aver aggredito due carabinieri (e dunque è stato arrestato) che erano intervenuti per imporre a una donna di indossare correttamente una mascherina. Un lavoratore portuale ex sindacalista, Stefano Puzzer, ha saputo cavalcare questo malumore tra i suoi colleghi portando avanti una protesta che ha causato disagi al porto più importante d'Italia. Una protesta sfuggita di mano ai portuali - per numero di partecipanti e e per capacità mediatica - e scivolata nelle mani proprio dei No Green pass. Una galassia di cui lui, Puzzer, ancora indossando la tuta gialla, è riuscito con capacità e spregiudicatezza a porsi a capo, mentre il Coordinamento portuali si liquefaceva e rientrava nei ranghi.