Ha destato dolore e sconcerto, a Milano, la morte di un Luogotenente dei Carabinieri, Marco Mazzone, di 59 anni, deceduto dopo giorni di agonia per aver contratto il Covid insieme alla compagna, anche lei militare dell'Arma, e alla figlia dei due, entrambe fortunatamente non in pericolo di vita. L'uomo, infatti, era un convinto no vax, come del resto la donna. I due erano molto conosciuti: lei, veterinaria presso il Comando Interregionale 'Pastrengo', per la sua disponibilità nel curare gli animali, lui in quanto delegato del Cobar. E non facevano mistero dei loro convincimenti in tema di vaccinazione. Mazzone, che era in distacco sindacale, era in forza presso il 2/o Nucleo sicurezza, che si occupa della sicurezza industriale, con sede a Milano. Secondo alcuni amici avrebbe avuto precedenti patologie cardiache, e per questo quando ha contratto il virus lo avrebbe preso in forma grave sin da subito. Ricoverato prima al Sacco e poi, una volta aggravatosi, al Fatebenefratelli, nonostante le terapie, e dopo circa una settimana, è spirato per insufficienza respiratoria. "Assurdo morire così nel 2021", dice chi lo conosceva bene all'esterno della caserma Ugolini, in via della Moscova, sede del Comando provinciale di Milano. Eppure anche tra i Carabinieri (ma in tutte le forze dell'ordine) non sono certo casi isolati gli appartenenti che si professano 'no vax' e che hanno rifiutato di fare il vaccino nonostante lo potessero tra l'altro ottenere prima dei comuni cittadini in quanto categoria ritenuta particolarmente esposta. Il numero dei militari no vax, pur ampiamente residuale, sempre secondo fonti vicine all'Arma "sta creando non pochi imbarazzi" all'interno delle caserme. Lo scorso ottobre un altro carabiniere, di 52 anni, in forza alla Compagnia di Gallipoli (Lecce) è deceduto per il Covid. Anch'egli aveva rifiutato di vaccinarsi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA