In piazza e pronti a tornarci. Cgil e Uil scioperano e manifestano, per chiedere risposte e riforme per il Paese, quello "reale" da cui, attaccano, la politica è sempre più distante: prova ne è quanti ormai non vanno più a votare. E questo è solo l'inizio di una "battaglia", che parte "oggi e non ci fermeremo" per portare a casa risultati dal governo, sul lavoro, sulle pensioni e sul fisco, assicurano i segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, dalla manifestazione a Roma, una delle cinque organizzate in concomitanza con lo sciopero generale. Ecco i settori a rischio, a partire dai trasporti, con possibili disagi.
Uno sciopero generale di nuovo senza la Cisl e ora anche senza le bandiere dei partiti: in piazza del Popolo a Roma contro una manovra considerata inadeguata e ingiusta c'è soltanto Sinistra italiana con il segretario nazionale Nicola Fratoianni. Sette anni fa la stessa spaccatura sindacale, quando il 12 dicembre 2014 Cgil e Uil scesero in piazza contro il Jobs act firmato Matteo Renzi e la manovra di allora. Una scelta oggi non condivisa dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, che sabato sarà in piazza con una manifestazione nel segno della "responsabilità": il dialogo sociale con il governo "non va interrotto, perché il Paese ha bisogno di responsabilità, coesione e partecipazione, non di conflitto sterile e improduttivo". Duri i giudizi dal fronte politico del centrodestra.Tra tutti il segretario della Lega, Matteo Salvini: "Uno sciopero-farsa contro l'Italia e i lavoratori, la Cgil ci aiuti a ricostruire il Paese anziché bloccarlo". Il deputato di Leu Stefano Fassina invita il centrosinistra e il M5s a raccogliere "la rabbia e le proposte" della piazza. Quanto alle adesioni è guerra di cifre. I sindacati parlano di percentuali "alte" con una media dell'85% in molte realtà e in alcuni settori e di una "forte" risposta dei metalmeccanici (all'80% nel primo dato aggregato). Nei trasporti la indicano oltre il 60%. Per Confindustria, invece, nelle aziende associate, in attesa dei dati definitivi del terzo turno (che finisce domattina alle 6), "sono ben al di sotto del 5%". Ridotte le corse di bus e metro, ma i disagi nelle grandi città risultano contenuti. I sindacati comunque tirano dritto. "Oggi ci sono cinque piazze piene" e queste "ci dicono che non siamo isolati", ripetono Bombardieri e Landini anche dal palco, replicando pure al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. "Lo sciopero lo ha reso triste? Qui sono tristi i lavoratori che rischiano o non hanno un posto".
Cinque le manifestazioni organizzate: a Roma, Milano, Bari, Cagliari, Palermo. Nella capitale, in piazza del Popolo, presenti i segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.
Fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alle delocalizzazioni e alla precarietà, sanità, non autosufficienza e scuola sono i punti critici della manovra, secondo Cgil e Uil. Per le due confederazioni "non ridistribuisce ricchezza, non riduce le disuguaglianze e non genera uno sviluppo equilibrato e strutturale e un'occupazione stabile".
"Sta aumentando la distanza tra il palazzo della politica e il Paese. Noi invece diamo voce al disagio sociale che c'è nel Paese. Abbiamo bisogno di prendere la parola e farebbe bene chi è in Parlamento ad ascoltarci". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dalla manifestazione per lo sciopero generale. "Oggi è l'avvio di una mobilitazione perché pensiamo che il Paese vada cambiato, con una riforma fiscale e delle pensioni degna di questo nome e cancellando la precarietà. È l'inizio di una battaglia", afferma. "Se non si fanno le cose che stiamo chiedendo, noi scioperiamo e torniamo in piazza perché non dobbiamo rispondere ad alcun governo - conclude Landini -. Per noi questa non è la fine di un ciclo di manifestazioni, per noi è l'inizio perché non rinunciamo all'idea di una riforma delle pensioni, del fisco e della lotta alla precarietà. Ora ancora con più forza. Le piazza di oggi ci dicono che non siamo isolati".
"Oggi ci sono cinque piazze piene. È strano dire che non rappresentiamo il Paese reale, chi è rimasto indietro. Chiediamo al governo di fare scelte diverse. Il Paese ha bisogno di risposte, che finora non sono sufficienti", afferma il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
"Siamo davanti a uno sciopero-farsa contro l'Italia e i lavoratori, la Cgil ci aiuti a ricostruire il Paese anziché bloccarlo", commenta il leader della Lega Matteo Salvini.