Sei imprenditori sono stati
arrestati dal Comando provinciale di Cosenza della Guardia di
finanza con l'accusa di bancarotta fraudolenta e violazione di
vari reati tributari nell'ambito di un'operazione coordinata
dalla Procura della Repubblica di Castrovillari che ha portato
anche ad un sequestro di beni per 70 milioni di euro ritenuti
provento della presunta attività illecita.
Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di un'ordinanza di
custodia cautelare emessa dal Gip di Castrovillari su richiesta
della Procura. Per due degli imprenditori coinvolti
nell'operazione è stata disposta la detenzione in carcere,
mentre quattro sono finiti ai domiciliari.
Gli indagati nell'inchiesta sono, complessivamente, 24 tra
persone fisiche e giuridiche. Dall'attività investigativa,
condotta dalla Compagnia di Corigliano Rossano delle fiamme
gialle sotto le direttive del sostituto Procuratore della
Repubblica di Castrovillari Angela Continisio, è emerso un
presunto meccanismo di frode all'Iva che avrebbe consentito agli
indagati di evadere un consistente volume di imposte attraverso
utilizzando fatture per operazioni inesistenti.
L'operazione trae origine dalle risultanze di una verifica
fiscale condotta dai finanzieri a carico di alcune società di
persone e di capitali riconducibili ad un medesimo gruppo
familiare che svolge un'attività imprenditoriale nel settore
della produzione e della commercializzazione di calcestruzzo e
nello smaltimento di rifiuti solidi urbani. L'indagine ha
consentito di appurare che le società riconducibili al gruppo
familiare, attraverso l'emissione e l'utilizzo di fatture
riguardanti operazioni commerciali fittizie, avrebbero abbattuto
la base imponibile dell'Iva, compensando ulteriori debiti
tributari con crediti d'imposta fittizi.
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