Oggi in molte città italiane si tiene la prima marcia per il clima del 2002. Riprendono così i Frida for future. Il movimento è nato il Svezia dopo gli scioperi della 19enne Greta Thunberg.
Milano, cori contro Draghi. Il corteo dei Fridays for future che si è snodato stamani per le vie del centro di Milano in occasione dello sciopero globale per il clima, è arrivato accanto a piazza del Duomo. Lungo il percorso i giovani hanno urlato più volte slogan contro il Comune di Milano e Confindustria, contro il premier Mario Draghi e il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. A guidare il corteo c'è un risciò con il cartello "Non chiamatelo maltempo". Un governo colpevole di finanziare la guerra attraverso l'acquisto del gas russo, l'accusa che arriva dai giovani che stanno partecipando al corteo. Al corteo, che chiede certezze sul clima e scelte contro la guerra in Ucraina - partecipano circa 5mila persone, secondo gli organizzatori. Il corteo, dopo una sosta all'angolo tra piazza Santo Stefano e via Larga per un flashmob sulle note di Stayin alive, è ripartito in direzione Porta Venezia.
Napoli, no al piano Cingolani. "Non vi stiamo chiedendo il futuro. Stiamo venendo a riprendercelo". È il grande striscione che apre il corteo che vede in piazza i ragazzi di Napoli in occasione della manifestazione Fridays For Future per lo sciopero globale per il clima. In centinaia si sono dati appuntamento in piazza Garibaldi e si dirigeranno, attraversando il centro, in piazza Municipio. Tantissime le richieste dei ragazzi del movimento scritte a chiare lettere sui tantissimi striscioni che colorano il corteo. Da 'Future No Profit' a 'Governi, guerre e indifferenza, avrete resistenza' a 'Basta bugie di Stato'. Un corteo che coniuga le richieste per fermare il cambiamento climatico con quelle per fermare la nuova corsa agli armamenti e per dire basta alla guerra in Ucraina e a tutte le guerre. I ragazzi chiedono ai governi e ai potenti della terra "di investire più fondi per avviare davvero la transizione ecologica e di stanziare meno fondi per la guerra". "Ci ribelliamo - spiegano i manifestanti - a un sistema che allarga la forbice tra ricchi e poveri e faremo nomi e cognomi di chi compie crimini di guerra, crimini contro l'umanità. Lo diciamo da tre anni che bisogna cambiare paradigma e stravolgere il sistema e che la crisi va risolta con gli stessi soldi di chi ci ha portato in questa crisi". Tema energetico che, proprio con la guerra in Ucraina, è diventato ancora più centrale. Ma i giovani di Napoli e provincia denunciano che "il piano del ministro Cingolani è passare dal gas al carbone per sopperire al gas russo che costituisce il 40 per cento dei nostri approvvigionamenti. Noi - aggiungono - siamo una generazione intera che è pronta a riprendersi il proprio futuro perché il loro tempo è finito, ora inizia il nostro".
Firenze, ci sono anche i lavoratori di Gkn. È partito da piazza santissima Annunziata a Firenze il corteo dei giovani del movimento Fridays for future: anche il capoluogo toscano ha aderito allo sciopero nazionale per il clima programmato per oggi. Al corteo, che si snoderà per le vie del centro cittadino fino ad arrivare in piazza del Carmine, sta partecipando circa un migliaio di giovani e giovanissimi che chiedono un cambio di marcia nella tutela dell'ambiente. In piazza nessuna bandiera di partito, ma alcune bandiere della pace e striscioni contro la guerra in Ucraina. In fondo al corteo anche sigle sindacali e una rappresentanza dei lavoratori di Gkn.
Torino, crisi climatica può esacerbare le guerre. Oltre duemila persone sono partite in corteo da piazza XVIII dicembre a Torino per lo sciopero globale per il clima dei Fridays for future. "È il primo sciopero per il clima del 2022 e cade in un momento molto particolare per l'Europa, nel mezzo di questo conflitto - spiega Luca Sardo il responsabile torinese del movimento ambientalista - Con questo sciopero vogliamo sottolinaere le cause comuni tra la guerra in Ucraina e la crisi climatica". "L'Europa - continua Sardo - ogni giorno finanzia con 800 milioni di euro il governo russo, Putin, per attaccare l'Ucraina e non riesce a slegarsi da questa dipendenza dai combustibili fossili. È questo che noi chiediamo oggi: di slegarsi dai combustibili che finanziano le guerre e devastano il nostro pianeta". Tra i manifestanti alcuni consiglieri comunali della maggioranza e l'ex sindaca Chiara Appendino, con il secondogenito nel passeggino. "Sostenevo questi ragazzi da sindaca e oggi sono qui da privata cittadina - spiega Appendino - sono contenta di vedere finalmente una piazza di ragazze e ragazzi che reclamano attenzione per l'ambiente". In piazza con i giovani anche il sindacato degli insegnanti di Cgil, che ha dichiarato sciopero: "la crisi climatica ha la caratteristica di esacerbare le guerre, come la Siria nel 2011, dove la siccità è stata una delle prime cause della rivoluzione. La crisi climatica non farà che peggiorare questi elementi in futuro".
Bari, sventola anche la bandiera ucraina. Anche a Bari torna, a tre anni dall'inizio della pandemia, il corteo green degli studenti del FridayForFuture. In 500 sfilano nelle vie del centro al grido di "giustizia climatica", sventolando bandiere e sollevando cartelli e striscioni. "Fermiamo la guerra dei combustibili fossili", recita lo striscione che apre il corteo con la bandiera dell'Ucraina. "Abbiamo usato l'hashtag 'connect dots', unisci i puntini, perché riteniamo che le diverse crisi e lotte siano legate - spiega Marco Modugno, referente di FridaysForFuture Bari e uno degli otto portavoce di FridaysForFuture Italia - . La crisi climatica non è sconnessa dalle altre crisi. Quella bellica messa in atto da Putin è anzi strettamente collegata alla inazione che ci ha portato a una dipendenza assurda dai combustibili fossili, dal gas e soprattutto dal gas russo. Investire nella transizione ecologica, cosa che bisognava fare già decenni fa e che diventa sempre più urgente, non porta soltanto a una vitale transizione che possa ridurre gli effetti catastrofici della crisi climatica, ma porta anche un rafforzamento delle democrazie, della giustizia sociale".
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