Il Sindacato Autonomo Polizia
Penitenziaria Sappe è tornato in piazza a manifestare a
Cagliari, davanti all'ex carcere di Buoncammino oggi sede del
Dap, le "gravi criticità" del personale che lavora nei vari
penitenziari sardi.
"Siamo in piazza per denunciare l'assoluta situazione di
precarietà che caratterizza le carceri della Sardegna e quelle
di tutto il Paese, nelle quali ogni giorno si verificano decine
e decine di eventi critici nell'assoluta indifferenza dei
vertici regionali e nazionali dell'Amministrazione Penitenziaria
e del Ministero della Giustizia - attacca il segretario generale
Donato Capece - Pensate che in Sardegna ci sono in servizio
effettivo tre direttori e le carceri sono 11. Il sistema
penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni
giorno di più. Lo diciamo da tempo, inascoltati - incalza - la
sicurezza interna delle carceri è stata annientata da
provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime
aperto, dall'aver tolto le sentinelle della Polizia
Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri,
dalla mancanza di personale, dal mancato finanziamento per i
servizi antintrusione e anti scavalcamento".
In Sardegna sono oggi detenute circa duemila persone. "Il
carnevale è passato: chiediamo di togliere la maschera alla
Amministrazione Penitenziaria - osserva Luca Fais, segretario
regionale del Sappe per la Sardegna - Le carceri della Sardegna
si evidenziano ancora una volta per episodi di violenza:
purtroppo, molti detenuti che ci assegnano hanno dei seri
problemi psichiatrici, tanti altri sono pericolosi e ristretti
nel circuito Alta sicurezza e 41 bis, per gravissimi reati anche
di terrorismo. Mancano in Sardegna agenti di Polizia
Penitenziaria, direttori, comandanti e personale civile. La
Polizia Penitenziaria fa il massimo per garantire quanto
stabilito dalla normativa vigente, ma molte volte mancano le
unità per un controllo più attivo: si è costretti a sopprimere,
ogni giorno nelle carceri sarde, numerosi posti di servizio
perché manca personale e poi succedono queste inaccettabili
violenze".
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