Negli Stati Uniti, nei primi sei
mesi del 2021, a causa di covid e lock-down gli ospedali
psichiatrici segnalano un aumento del 45% del numero di casi di
autolesionismo e tentativi di suicidio fino ai 17 anni rispetto
allo stesso periodo del 2020. In Italia il Consiglio nazionale
dell'Ordine degli psicologi (Cnop), lo scorso ottobre in un
report, con le risposte di 5.621 specialisti, rileva che i
pazienti in terapia con meno di 18 anni sono aumentati del 31%.
E' la sintesi di un focus dell'Istituto superiore Freud di
Milano che ha lo scopo di affrontare i problemi degli studenti
in maniera adeguata.
"I segnali sono forti, ansia, depressione, autolesionismo,
dopo questi due anni di pandemia, bisogna intercettare il
disagio generale - spiega il direttore Daniele Nappo -. Con il
post pandemie, i giovani stanno combattendo un periodo e una
condizione molto complessa della loro vita, con contraccolpi
ricadenti per la loro salute mentale; purtroppo del sostegno
psicologico, della prevenzione e dell'ascolto si parlava poco
prima e se ne parla poco anche oggi. I segnali del peggioramento
diffuso sono chiari e condivisi ma l'allarme sembra essere
inascoltato".
La pandemia ha prodotto un decadimento generale della salute
mentale di ragazzi e ragazze, con conseguenze per tutti gli
adolescenti fra i 12 e 18 anni - si sottolinea nell'analisi -
chi non aveva preoccupazioni ha dovuto affrontare fasi di
smarrimento e disagio dovute alle limitazioni della socialità;
per chi era già in una condizione critica sono diminuite le
possibilità di chiedere un sostegno, e per il sistema
sociosanitario è accresciuto il rischio di non farcela a
intercettare e in parte anche a gestire le richieste di aiuto.
In tutta Italia gli ospedali sono stati obbligati ad aumentare i
posti letto nei reparti di neuropsichiatria infantile per
ricevere un numero di persone che mai si era visto negli ultimi
anni.
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