Professionista, con un grado di studi
elevato, equamente diviso tra uomini e donne e con il grande
sogno di lavorare viaggiando (e non solo di viaggiare per
lavorare). È il ritratto del Nomade digitale 2.0, categoria a
metà tra turista e lavoratore, protagonista del nuovo forum
ANSA-Incontra dal titolo Italia, un Paese per nomadi digitali?,
a cura della Redazione cultura e turismo, in streaming venerdì
29 maggio alle 12 su ANSA.IT.
Un trend che esisteva già prima del 2020 e "che la pandemia ha
solo accelerato", racconta ad ANSA-Incontra Alberto Mattei,
presidente dell'associazione italiana nomadi digitali che con
Airbnb ha appena stilato il Secondo Rapporto sul Nomadismo
Digitale in Italia.
"Durante la pandemia negli Usa il numero è raddoppiato e
statistiche non ufficiali contano 35 milioni di nomadi digitali
nel mondo - dice - Dimenticate però il ventenne freelance
zainetto in spalla. In Italia l'età media è intorno ai 37-40
anni. All'estero sono un po' più giovani, perché il concetto di
digitalizzazione e lavoro da remoto è maggiormente diffuso. E
non ci sono grandi differenze di genere" (il 54% sono donne).
"La maggior parte - prosegue Mattei - sono dipendenti o
collaboratori di aziende. E lavorano principalmente nel mondo
della comunicazione, marketing e information tecnology. Il 43%
degli intervistati in Italia preferirebbe andare nelle regioni
del sud e nelle isole. Il 93% sarebbe disponibile anche a
soggiornare in piccoli comuni o aree marginali".
Gli ostacoli? "Ovviamente ci sono delle condizioni ritenute
necessarie - aggiunge il Country Manager di Airbnb Italia,
Giacomo Trovato - Il 65% degli intervistati cita internet, il
61% il costo della vita ma il 40% anche le attività culturali"
da vivere sul territorio.
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