Sono stati tutti rinviati a
giudizio i 105 imputati, tra poliziotti penitenziari, funzionari
del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e
dell'azienda sanitaria locale, accusati a vario titolo di
responsabilità in ordine alle violenze ai danni dei detenuti
avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) il 6
aprile 2020. La decisione è stata emessa dal giudice per
l'udienza preliminare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere
Pasquale D'Angelo, che ha rinviato tutti al dibattimento che
inizierà il 7 novembre prossimo davanti alla Corte d'Assise del
tribunale sammaritano.
Il giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua
Vetere ha fissato per il 25 ottobre prossimo l'udienza in cui si
terrà il processo con rito abbreviato (davanti allo stesso gup)
per due imputati che ne hanno richiesta, tra cui il commissario
capo della polizia penitenziaria Anna Rita Costanzo, ritenuta
tra gli organizzatori delle violenze. Tra le accuse contestate a
quasi metà degli agenti c'è quella di tortura, fattispecie
introdotta pochi anni fa e contestata per la prima volta a così
tanti funzionari pubblici; c'è anche l'omicidio colposo del
detenuto algerino Lakimi Hamine, addebitato a 12 imputati. Uno
degli imputati, su richiesta della Procura, accolta dal gup, è
stato prosciolto: si tratta dell'agente 50enne della
Penitenziaria Luigi Macari.
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