"Prima derisa, umiliata e invitata ad andarsene, ora accanimento e crudeltà. Succede a una signora sorda di 76 anni" in un ufficio delle Poste Italiane a Pescara. Lo scrivono il presidente dell'associazione Carrozzine determinate Claudio Ferrante e la presidente dell'associazione Accessibilità & eventi deaf Aps Donatella Ruggieri ricordando il primo episodio di luglio, quando la signora si recò nell'ufficio postale di cui è cliente dal 1982 per ritirare la pensione di invalidità, ma fu "invitata ad andarsene con uno sgraditissimo gesto delle mani. L'impiegata, nonostante le barriere protettive di plexiglass, non ha voluto abbassarsi la mascherina per far comprendere quanto comunicato attraverso la lettura labiale".
"A seguito della nostra denuncia pubblica - racconta Ferrante in una nota - Poste italiane chiede scusa per l'accaduto e veniamo convocati dal direttore dell'ufficio postale e dal responsabile provinciale della gestione tecnica operativa. Ci viene comunicato che sono state avviate verifiche interne per accertare responsabilità ed eventuali provvedimenti. Eravamo stati tranquillizzati sulla risoluzione del caso per la signora e per tutte le persone sorde e in quella circostanza avevamo regalato mascherine trasparenti per tutti i dipendenti. La signora, però, qualche giorno fa subisce una nuova gravissima discriminazione: un'altra impiegata non abbassa la mascherina, nonostante in passato, anche nella fase emergenziale del Covid, tutti si erano abbassati la mascherina per consentire la lettura labiale. Venerdì 12 agosto incontriamo nuovamente i dirigenti che, con educazione e sensibilità ci accolgono, ma nonostante il loro impegno ci hanno comunicato che non potevano garantire le pari opportunità alla signora sorda perché le impiegate rivendicavano il diritto alla sicurezza e che quindi in futuro non si sarebbero abbassate le mascherine e non avrebbero nemmeno indossato quelle trasparenti se pur per qualche secondo".
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