Da oltre
quarant'anni ospita una piccola comunità hippy che ha scelto di
abbandonare la società moderna per vivere a contatto con la
natura. Quello che però fino a qualche anno fa poteva essere
considerato un esperimento sociale, si è trasformato in un grave
problema di igiene e sicurezza, che priva il grande pubblico
della possibilità di ammirare serenamente uno dei luoghi più
suggestivi della Sardegna: Cala grande, ribattezzata in maniera
evocativa dagli occupanti Valle della Luna, nella minuscola
penisola di Capo Testa che si affaccia sulle Bocche di
Bonifacio. Uno spicchio di rocce di granito e sabbia a picco sul
mare azzurro, nell'Area Marina Protetta da tempo Sito di
Interesse Comunitario, diventato oggi simbolo di incuria e
abbandono.
A sollevare il problema è l'associazione ambientalista Capo
Testa Republic, che dal 2020 si batte per valorizzare,
promuovere e tutelare Capo Testa. E che propone di trasformare
Cala di l'Ea, Cala di Mezu e Cala Grande in un parco naturale,
aperto a tutti. "La cosiddetta Valle della Luna è un'area
naturale di inestimabile valore, da anni miraggio di libertà
giovanili che, soprattutto nei mesi estivi, viene presa
d'assalto da ragazzi provenienti da ogni parte d'Italia, e non
solo, e si trasforma in una realtà di sporcizia, illegalità e
piccoli abusi edilizi", spiega l'associazione, nata per
iniziativa di alcuni abitanti di Capo Testa ma che comprende
anche molti residenti di Santa Teresa Gallura e villeggianti
storici.
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