È dei delfini la più vasta rete di cooperazione sociale dopo quella umana, una caratteristica che si riteneva unica della nostra specie: questi animali formano infatti alleanze su più livelli che permettono ai maschi di avere maggiore accesso alle femmine, aumentando quindi il loro successo riproduttivo.
La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori guidati dall'Università statunitense del Massachusetts di Dartmouth e dall'Università britannica di Bristol, che ha pubblicato i risultati ottenuti sulla rivista dell'Accademia nazionale delle scienze statunitense (Pnas). Lo studio evidenzia che le società dei delfini, così come quelle dei primati non umani, costituiscono modelli preziosi per comprendere anche l'evoluzione sociale e cognitiva umana.
I ricercatori, guidati da Richard Connor dell'Università di Dartmouth e Stephanie King di quella di Bristol, hanno studiato le alleanze all'interno di un gruppo di 121 delfini tursiopi maschi (Tursiops truncatus) che vivono nella Baia degli Squali, nell'Australia Occidentale. Questi esemplari formano reti cooperative di primo livello, formate da due-tre maschi, per condividere l'accesso ad una femmina. Questi nuclei iniziali si possono alleare poi in gruppi più grandi di secondo livello (costituiti da 4 a 14 esemplari) che competono tra loro, ma possono stringere anche alleanze più grandi di terzo livello.
Si pensava che la cooperazione tra gruppi negli esseri umani fosse unica e dipendesse da altre due caratteristiche che ci distinguono dal nostro antenato comune con gli scimpanzé: l'evoluzione dei legami di coppia e le cure parentali da parte dei maschi. "Tuttavia, i nostri risultati mostrano che le alleanze intergruppo possono emergere anche senza queste caratteristiche", commenta Connor, "da un sistema sociale e di accoppiamento più simile a quello degli scimpanzé".
"Non solo abbiamo dimostrato che i tursiopi maschi formano la più grande rete di alleanze a più livelli conosciuta al di fuori degli umani - aggiunge King - ma che le relazioni di cooperazione tra i gruppi, piuttosto che semplicemente le dimensioni dell'alleanza, consentono ai maschi di trascorrere più tempo con le femmine, aumentando così il loro successo riproduttivo".
La scoperta della presenza tra i delfini delle alleanze di terzo livello arriva dallo stesso gruppo di ricerca che quest'anno celebra il quarantesimo anniversario dell'inizio della ricerca sui delfini di Baia degli Squali, iniziata nel 1982, ed anche il trentesimo anniversario della pubblicazione nel 1992 della prima scoperta della cooperazione di secondo livello (lo studio è stato pubblicato sempre sulla rivista Pnas). "È raro che una ricerca su animali diversi dai primati venga condotta da un dipartimento di antropologia", dice Michael Krützen dell'Università di Zurigo e co-autore dello studio, "ma i nostri risultati mostrano che è possibile ottenere importanti intuizioni sull'evoluzione di caratteristiche precedentemente ritenute unicamente umane esaminando altri gruppi di animali altamente sociali e dal cervello grande".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA