Trecentoquarantasei anni e quattro
mesi di reclusione: è quanto il sostituto procuratore della DDA
di Napoli Henry John Woodcock ha chiesto, complessivamente, nei
confronti delle persone imputate nel processo con il rito
abbreviato sulle infiltrazione dei clan negli appalti di diversi
importanti ospedali napoletani, un'indagine nella quale il
magistrato è affiancato dai colleghi Celeste Carrano e Francesco
Raffaele. Le richieste - che variano tra i18 e i 4 anni di
carcere - sono state formulate dal magistrato davanti al gup
Anna Imparato al termine della sua requisitoria.
Lo scorso primo aprile i pm chiesero il rinvio a giudizio per 48
indagati tra i quali figurano i vertici di alcuni importanti
clan partenopei (sette in tutto) come il boss Luigi Cimmino, e
anche diversi funzionari dei più importanti ospedali di Napoli,
come il Cardarelli, l'azienda "dei Colli" e il Nuovo
Policlinico, tutti facenti parti nel processo delle parti
offese.
Una quarantina hanno scelto il rito abbreviato, come lo stesso
boss Cimmino e il figlio per il quale sono stati chiesti
rspettivamente 9 e 14 anni di carcere.
Gli arresti, invece, eseguiti dalla Polizia di Stato, risalgono
al 22 ottobre 2021. Nel mirino degli inquirenti finirono le gare
d'appalto nei più importanti ospedali della città riguardanti
tra l'altro la ristorazione, i distributori automatici, le
pulizie e la sanificazione.
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