Essere Mattia Binotto, ossia dal 2019 il team principal di una Ferrari sempre più in ansia da prestazione. L'investitura per l'allora direttore tecnico della Scuderia era arrivata a sorpresa, confermando le indiscrezioni che davano come partente Maurizio Arrivabene, a sua volta in carica da quattro anni senza aver riportato successi significativi. A Binotto ne sarebbe stato concesso uno di meno e, secondo altre voci - subito smentite dalla Ferrari in quanto "totalmente prive di fondamento" - al posto dell'ingegnere italo-svizzero, oggi 53enne, da gennaio arriverebbe Frederic Vasseur. Francese, 54 anni, dal 2017 è amministratore delegato e team principal della Sauber Alfa Romeo. Laureato in Tecniche Aeronautiche e Ingegneria dell'Autoveicolo, Vasseur vanta una lunga esperienza nel settore del motorsport, dove entrò nel 1996, quando fondò il Team ASM in collaborazione con la Renault. E' un grande conoscitore delle corse.
Comunicato della Scuderia Ferrari:
— Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) November 15, 2022
In relazione alle speculazioni apparse su alcuni organi di stampa relative alla posizione del Team Principal della Scuderia, Mattia Binotto, Ferrari comunica che si tratta di voci totalmente prive di fondamento.
Il tempo dirà se erano più vicine alla realtà le "speculazioni" o la smentita delle medesime, ma già il fatto che circolino nell'ambiente di chi segue la F1 è un segnale dell'aria che tira intorno a Binotto dopo altre tre stagioni senza aver raggiunto quel titolo piloti che manca a Maranello ormai dal 2007. Insomma, il GP di Abu Dhabi può essere l'ultimo di Binotto da team principal della Ferrari. Tre anni dopo l'insediamento, il bilancio della sua gestione è in rosso, ma non nel senso che sperava il presidente del Cavallino John Elkann. E' vero che Binotto aveva preso in mano una vettura che vincente non era, riuscendo a riportarla sul podio, fino all'illusorio avvio del 2022. Ma se lavori per la Ferrari non basta. Come Arrivabene aveva trovato sulla propria strada l'imbattibile Mercedes, Binotto ha dovuto fare i conti con la Red Bull stellare della doppietta firmata Max Verstappen
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