Saranno svolti nei prossimi
giorni, al laboratorio Labanof dell'Università di Milano, gli
esami istologici sugli organi e i tessuti del corpo che si
suppone essere di Saman Abbas, ritrovato il 18 novembre nel
casolare di Novellara. L'autopsia, terminata ieri sera alle
21.30, non è infatti riuscita a definire con certezza le cause
della morte, che dovranno essere approfondite, appunto, con
un'appendice di indagini che sarà sempre svolta alla presenza
dei legali e dei consulenti coinvolti.
L'esame autoptico ha rivelato un corpo integro, ma
saponificato. Dall'analisi esterna del corpo sono emersi
scollamenti e abrasioni che possono essere dettati dal fatto di
essere stato sotto terra per un anno e mezzo, mentre non ci
sarebbero evidenti tagli alla gola. Gli esami istologici
serviranno anche per capire se le ferite sul corpo sono
scollamenti di tessuto avvenuti dopo la morte o se sono lesioni
irrorate di sangue e quindi, potenzialmente, tracce di ferite da
arma da taglio. Dettagli fondamentali per la ricostruzione della
vicenda, ma che, appunto, devono essere approfonditi con
ulteriori esami.
Anche se manca ancora il responso del Dna, dall'autopsia sono
arrivati ulteriori dettagli che confermano che quel corpo è,
ormai senza ragionevoli dubbi, effettivamente della ragazza
scomparsa a Novellara: aveva addosso i jeans sfilacciati al
ginocchio e gli stessi vestiti visti nel video ripreso dalle
telecamere di sorveglianza poco prima della sua scomparsa. Aveva
ancora una cavigliera e un braccialetto colorato, un paio di
orecchini e una folta chioma di capelli.
Il laboratorio ha tempo fino a fine gennaio per depositare i
risultati dell'autopsia. Il 10 febbraio, invece, a Reggio
Emilia, comincerà il processo a carico dei familiari che sono
accusati di averla uccisa.
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