È stata respinta in Aula alla Camera la richiesta delle opposizioni di stralciare dalla manovra i commi del maxiemendamento relativi alla norma che consente la caccia in città. M5s, Pd e Avs sono intervenuti sostenendo che la misura sia stata introdotta da un emendamento inammissibile perché non pertinente con la materia della legge di Bilancio. Il presidente di turno della Camera, Fabio Rampelli, ha replicato che "non ci sono i presupposti per la convocazione della Giunta per il Regolamento" e quindi la norma va considerata ammissibile.
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Cacciatori formati abbatteranno i cinghiali, serve l'ok delle Regioni
Saranno cacciatori ma "previa frequenza di corsi di formazione" coordinati dagli agenti dei corpi di polizia regionale o provinciale a partecipare ai piani di controllo del numero dei cinghiali che prevedono l'abbattimento e cattura degli animali anche in città. Piani che vengono autorizzati dalle Regioni, sentito l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, qualora altre misure di controllo si siano rivelati inefficaci. E' quanto prevede l'emendamento in materia approvato alla manovra. Oltre ai cacciatori formati le autorità deputate al coordinamento dei piani possono avvalersi dei proprietari o gli affittuari dei fondi nei quali si attuano i piani, purchè muniti di licenza per l'esercizio venatorio, e anche nel loro caso, dopo la frequenza di corsi di formazione.
Possono essere coinvolti, infine, le guardie venatorie, agenti dei corpi di polizia locale, con l'eventuale supporto, ma in termini tecnici e di coordinamento, del personale del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell'Arma dei carabinieri.
Bonelli: "Irresponsabile"
"L'emendamento che apre la caccia nei parchi e nelle aree urbane noi lo riteniamo irresponsabile, come si può pensare di wsparare nelle aree urbane qualcuno ce lo deve spiegare e qualcuno ci deve anche spiegare la ragione per la quale si dice che possono essere avviati gli abbattimenti selettivi in maniera generale sulla fauna selvatica. Quindi nel Trentino il presidente Fugatti potrà dire che ci sono orsi in soprannumero, i lupi in altre parti, mentre io ricordo a questa maggioranza che il lupo è l'unico predatore rimasto sui cinghiali, contestualmente migliaia di cinghiali vengono immessi nei territori per consentire l'attività venatoria come accade nel sud. Siamo a una situazione di totale irresponsabilità e francamente ci potrebbero essere provvedimenti diversi perchè già la legge prevede degli abbattimenti selettivi, ma la cosa certa è che questa è una norma che è assolutamente incompatibile, non solo per la nostra costituzione e l'articolo 9, ma anche con la direttiva habitat e conservazione natura dell'Unione Europea". A dirlo è Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra davanti a palazzo Montecitorio.
Manovra, Lollobrigida: 'Norma cinghiali chiara, non c'entra caccia'
Federparchi: "Servono specialisti"
"C'è ampia discussione e confusione sulla norma per il controllo della fauna selvatica. Non viene aperta la caccia in nessuna zona dove oggi è vietata, né in città né tantomeno nelle aree naturali protette. Già con le leggi vigenti è possibile svolgere attività di controllo in tali aree, nei soli parchi nazionali e regionali nel 2021 sono stati abbattuti oltre 16.000 cinghiali". Lo afferma Federparchi commentando in una nota la misura inserita in manovra e spiegando in particolare che "la norma va a modificare la legge 157/92 (che riguarda la fauna selvatica) e non la 394/91, che riguarda le aree protette". L'emendamento, prosegue la federazione, "contiene aspetti positivi e criticità. È stata tolta la dicitura ambigua che richiedeva 'metodi ecologici' prima di usare catture e abbattimenti. Il legislatore forse pensava a 'metodi non cruenti', ma per come era scritta non voleva dire nulla. E' anche positivo che fra le motivazioni degli interventi sia stata inserita la 'sicurezza stradale'.
Troppi gli incidenti, anche gravi, causati soprattutto dai cinghiali. E' invece inutile e dannoso - prosegue Federparchi - limitare la possibilità degli interventi di controllo ai soli cacciatori per due motivi. Il provvedimento riguarda tutta la fauna selvatica, non solo quella oggetto di caccia, e se un cacciatore può possedere il know how per le operazioni di controllo che riguardano specie cacciabili (cinghiali, cervi, daini, mufloni etc.), nulla sa di come si deve intervenire su altre specie, soprattutto aliene (scoiattolo grigio, procione, parrocchetto etc.). Occorre l'ausilio di specialisti per la buona riuscita delle azioni. Stante il crescente problema delle specie invasive/aliene si stanno formando sempre più imprese specializzate nel loro controllo. Questa sarebbe la soluzione migliore, molti parchi hanno già stipulato contratti a tale scopo". Altra criticità, secondo la federazione, sta nel fatto che non sia previsto un corso per abilitare i cacciatori: "caccia e controllo sono cose diverse, anche se lo strumento può essere sempre l'arma da fuoco, ma il controllo presuppone la conoscenza di problematiche più ampie".
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