Quando l'Intercity notte Lecce-Milano è arrivato in Stazione Centrale a Milano questo pomeriggio poco dopo le 15, il monitor segnava un ritardo di 460 minuti. L'"odissea", come l'hanno definita i passeggeri, è cominciata ieri sera: partito regolarmente da Lecce dieci minuti prima delle 20, il treno ha viaggiato secondo i tempi previsti fino ad Ancora da cui è ripartito alle 3.14. Il maltempo in Romagna, però, ha costretto l'Intercity a deviare da Ancona a Falconara-Terontola-Firenze, accumulando ritardi su ritardi nelle fermate tra Prato e Bologna.
A bordo circa 160 passeggeri a cui sono stati forniti dei kit di assistenza con acqua e taralli. Dopo oltre otto ore di ritardo l'Intercity è finalmente arrivato a Milano al termine di 18 ore di pellegrinaggio. Esausti i viaggiatori, ai quali è stato garantito un rimborso del 50% del costo del biglietto: "Una situazione traumatica" ha commentato una ragazza partita da Lecce e raggiunta nella notte a Pescara dal fidanzato con più di 3 ore di ritardo. "Mai vista una cosa del genere" ha aggiunto un altro passeggero.
Ovviamente non sono mancati disagi personali. C'è chi sarebbe dovuto rientrare proprio oggi in ufficio dalle ferie (l'arrivo del treno era previsto per le 7:10) ma visto il ritardo ha dovuto allungare forzatamente le 'vacanze'.
Altri avevano appuntamenti importanti di lavoro a cui hanno dovuto rinunciare: "Non sono andato in ufficio ma non si respirava aria di disperazione" ha scherzato un viaggiatore, meno preoccupato dalla mattinata persa.
Per qualcuno, invece, il ritardo è stato addirittura "tragico". Tutto sommato, però, i passeggeri hanno mantenuto la calma: "Giusto qualche persona durante la notte si è lamentata nelle carrozze" ha raccontato un turista che più che il rimborso, avrebbe voluto scendere dal treno per cercare un altro itinerario su linee non sospese.
All'arrivo in Centrale, molte facce stanche e poca voglia di parlare. Ma c'è anche chi l'ha presa con più filosofia: "ho occupato il tempo sistemando i bagagli e facendo delle chiamate" ha raccontato Mario. "La notte è stata dura" ha proseguito una ventenne che viaggiava sola. Lapidario, invece, il commento di un signore costretto a rimodulare la sua agenda di lavoro: "Già non lo prendo mai il treno - ha affermato - dopo questa ho chiuso".