Protesta questa mattina delle
associazioni antimilitariste, con bandiere e striscioni, davanti
all'assessorato dell'Ambiente della Regione Sardegna. Obiettivo:
fermare esercitazioni e fabbricazione di bombe nell'isola.
La scelta è stata quella di manifestare davanti agli uffici
regionali responsabili della protezione del territorio,
dell'ambiente, della salute e della sicurezza. "Perché - ha
spiegato Massimo Coraddu, consulente tecnico per le associazioni
in trincea impegnate anche in una battaglia legale per
allontanare armi e bombe dalla Sardegna - da qui passano le
autorizzazioni per Teulada e Rwm di Iglesias e Domusnovas".
La Sardegna - spiegano le associazioni - è diventata
l'epicentro nel Mediterraneo della preparazione alla guerra
degli eserciti Nato, con una crescita impressionante di uomini,
mezzi, e ordigni impiegati e delle distruzioni provocate dalle
esercitazioni.
Quanto alla fabbrica Rwm, proprio in questi giorni è finita
nel mirino dell'ambasciata russa per la produzione di munizioni
destinate all'Ucraina.
"E siamo arrivati al paradosso - continua Coraddu - che le
autorità militari hanno richiesto una Valutazione di Incidenza
Ambientale per rimuovere migliaia di bombe inesplose dalla
cosiddetta 'Penisola Delta' del poligono di Capo Teulada, ma
allo scopo di riprendere i bombardamenti".
Anche la Rwm, società controllata da Rheinmetall, si è
rivolta alla Regione. "C'è una forte richiesta di materiale
bellico per le guerre in corso. Chiediamo alla Regione di
opporsi a una Via - prosegue Coraddu - a cose fatte, per gli
impianti realizzati ma bloccati in sede di giudizio, in aree
tutelate e a forte rischio idrogeologico. Formalmente non siamo
in guerra, non siamo ancora sottoposti alla legge marziale o a
legislazioni 'speciali', vale ancora il diritto ordinario,
comprese le norme che tutelano il territorio, l'ambiente, la
salute e la sicurezza della popolazione, alle quali non
intendiamo rinunciare".
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