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In Italia una vittima di tratta e sfruttamento su tre è minorenne

In Italia una vittima di tratta e sfruttamento su tre è minorenne

Il rapporto di Save the children: sono soprattutto femmine

ROMA, 26 luglio 2023, 23:46

Redazione ANSA

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Un operatore di Save the children - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un operatore di Save the children - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un operatore di Save the children - RIPRODUZIONE RISERVATA

In Italia le nuove vittime di tratta e sfruttamento identificate nel 2021 sono state 757, in più di un caso su tre (35%) si tratta di minori, con una prevalenza di femmine (168 casi) rispetto a maschi (96). Le vittime prese in carico dal sistema antitratta nel 2022 sono state 850, di cui il 59% donne e l'1,6% minori. Il principale paese d'origine è la Nigeria (46,7%), seguito da Pakistan (8,5%), Marocco (6,8%), Brasile (4,5%) e Costa d'Avorio (3,3%). Tra le forme di sfruttamento prevalgono quelli di tipo sessuale (38%) e lavorativo (27,3%). Questi alcuni dati del rapporto Piccoli schiavi invisibili diffuso da Save the children

A Latina e Ragusa i figli dei braccianti sono 'invisibili'

I minori che vivono nei territori caratterizzati dallo sfruttamento del lavoro agricolo e, nello specifico, di due tra le aree a maggior rischio, la provincia di Latina nel Lazio e Ragusa in Sicilia, spesso trascorrono l'infanzia in alloggi di fortuna nei terreni agricoli, in condizioni di forte isolamento, con un difficile accesso alla scuola e ai servizi sanitari e sociali. Sono tantissimi e, nonostante alcuni sforzi messi in campo, sono per lo più 'invisibili' per le istituzioni, non censiti all'anagrafe, ed è quindi difficile anche riuscire ad avere un quadro completo della loro presenza sul territorio. Questi alcuni dati del rapporto diffuso da Save the children, che accende un faro sulla condizione dei minori che vivono nei territori caratterizzati dallo sfruttamento del lavoro agricolo. 

Il filo rosso del percorso scolastico dei figli dei braccianti che lavorano nelle province di Latina e Ragusa si sfilaccia o si spezza a causa di un coinvolgimento diretto dei minori nello sfruttamento lavorativo, già a partire dai 12-13 anni, con paghe che si aggirano intorno ai 20-30 euro al giorno. Si può trattare di un lavoro a tempo pieno o, più spesso, limitato al tempo extra-scolastico quotidiano o estivo, o di un impegno che può iniziare già a 10 anni per 'dare una mano' nel periodo di raccolta. Per molti studenti, nel periodo del Covid, la scuola è stata completamente sostituita dal lavoro, poi si è tornati tra i banchi ma il pomeriggio si continua ad aiutare nelle serre, con una grossa difficoltà nel fare i compiti e il conseguente deficit nel rendimento scolastico che porta a bocciature nelle scuole medie, e a un ingresso ritardato alle superiori (16 o 17 anni), come confermano alcune delle testimonianze raccolte dal rapporto.

La richiesta ai ministri: 'Aiutare i figli dei braccianti'

"Abbiamo voluto dar voce a bambini, bambine e adolescenti che vivono ogni giorno in un vero e proprio cono d'ombra, subendo gravissime violazioni nel loro accesso alla salute e all'educazione. Questo Rapporto ci dice che i lavoratori e le lavoratrici sfruttate in campo agricolo, oltre ad essere vittime dirette di questa condizione, sono anche genitori, madri e padri di bambini 'invisibili' che crescono nel nostro Paese privi di diritti essenziali. Questa dimensione così grave dello sfruttamento troppo spesso, sino ad oggi, è stata ignorata. È fondamentale innanzitutto riconoscere l'esistenza di questi bambini, assicurare ad ognuno di loro la residenza anagrafica, l'iscrizione al servizio sanitario e alla scuola e i servizi di sostegno indispensabili per la crescita". Lo ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children a margine della presentazione del Rapporto 'Piccoli schiavi invisibili'.

"Per questo motivo, chiediamo al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali di integrare il Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato con un programma specifico per l'emersione e la presa in carico dei figli dei lavoratori agricoli vittime di sfruttamento, da definire con le parti sociali e il Terzo Settore, alla luce delle esperienze e delle buone pratiche sperimentate sul campo - aggiunge - Chiediamo inoltre ai Prefetti dei territori dove il fenomeno è più presente di attivare un coordinamento con gli uffici scolastici provinciali, i servizi sociali, l'associazionismo e le organizzazioni sindacali per una sistematica azione di monitoraggio della presenza dei minorenni nei territori agricoli e per una offerta attiva dei servizi di base. In questo quadro, riteniamo anche necessario che questo tema sia inserito nei percorsi di formazione degli ispettori del lavoro e di tutto il personale con compiti di verifica della attuazione delle leggi in materia affinché, con il sostegno del terzo settore, delle organizzazioni sindacali e delle reti anti-tratta, si rafforzi la capacità del sistema di intercettare in modo tempestivo tutte le forme, dirette e indirette, di sfruttamento dei minorenni in ambito agricolo e si potenzino le misure di protezione e di sostegno alle vittime".

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