A Chiaves (Torino), nella Valle del Tesso, a inizio agosto sono arrivati 50 migranti che hanno fatto aumentare del 50% la popolazione della piccola frazione di Monastero di Lanzo - che vanta appena 100 residenti -, facendo riaprire il dibattito sulla gestione dell'accoglienza. Poco il preavviso che intercorre tra la comunicazione della scelta del comune da parte della prefettura e l'arrivo effettivo delle persone su un territorio spesso non adeguato e sprovvisto dei servizi necessari per favorire al meglio l'integrazione: a denunciare la situazione è il sindaco di Monastero di Lanzo, Maurizio Togliatti.
"Capisco che c'è una situazione problematica nazionale e molti comuni soprattutto del Nord stanno vivendo questa realtà, purtroppo però i servizi nel nostro Comune sono carenti: il posto più vicino dove ci sono maggiori opportunità è Lanzo. Non so perché sia stato scelto proprio Chiaves, ma comunque se ci sarà più supporto da parte delle istituzioni collaboreremo per far sì che questi ragazzi possano restare ed essere accolti nel migliore dei modi".
Un malcontento segnalato anche dall'Anci, l'associazione nazionale dei Comuni italiani. "Non si può ancora parlare di emergenza immigrazione - dice Gianluca Forno, coordinatore piccoli Comuni e unioni di Comuni Anci Piemonte -. Registriamo una sorta di destrutturazione della capacità di accogliere, serve un piano strutturale, che sappia coinvolgere i Comuni, anche quelli piccoli. Quello che chiediamo è di ripensare insieme l'attuale strategia di accoglienza, facendola diventare un piano permanente".
Superata intanto la capacità di posti letto anche nel centro di primissima accoglienza di Torino, in via Traves, gestito dalla Croce Rossa Italiana. La struttura può ospitare 150 persone, ma con gli arrivi dei giorni scorsi si è raggiunto il picco di oltre 200 transiti. Qui i migranti vengono registrati e poi indirizzati nei centri di accoglienza straordinari della provincia torinese.
"Come Croce Rossa diamo il massimo per sopperire alle esigenze in corso - spiega Manlio Nochi, responsabile del centro -. Certo che si può sempre migliorare. Il rapporto con la Prefettura e con le Questure è quotidiano, anzi molto più che quotidiano. C'è una bella collaborazione attiva".
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