I top gun italiani intervenuti in volo per scortare gli aerei russi fuori dallo spazio Nato e smorzare l'ennesimo momento di tensione al confine in Polonia. A reagire senza conseguenze contro quella che avrebbe potuto essere una provocazione sono stati giovedì scorso (ma l'episodio è stato reso noto solo oggi) due F-35 dell'aeronautica militare italiana partiti dall'aerobase militare di Malbork, nella quale si svolge la missione lungo i confini orientali della Nato, gli stessi che separano la Polonia dall'Ucraina e dalla Bielorussia.
Si è trattato del primo ordine di decollo immediato, ovvero uno 'scramble', per i caccia della task force air 32° Wing impegnati al confine dell'Est Europa: ad essere intercettati e identificati sarebbero stati due aerei da combattimento Su-30 Flanker russi, poi scortati fuori.
Lo scramble è stato ordinato dal centro di operazioni aeree di Uedem in Germania, l'ente di controllo della Nato che ha il compito di controllare e vigilare su tutte le tracce radar i velivoli sospetti che si avvicinino o che tentino di entrare nello spazio aereo Nato senza le dovute autorizzazioni.
La piena capacità operativa della Task Force Air - 32° Wing era stata appena raggiunta lo scorso 18 settembre appena e solo il giorno prima si era svolta la cerimonia inaugurale, a cui avevano preso parte anche i militari italiani e lo stesso capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, Luca Goretti. In quell'occasione l'ambasciatore italiano Luca Franchetti Pardo aveva rimarcato "l'efficacia delle operazioni di air policing".
Le sentinelle dei cieli volano in genere sui caccia per oltre trenta ore alla settimana e i piloti di turno per l'allerta rimangono vestiti con tutto l'equipaggiamento (col quale dormono anche) restando pronti al decollo giorno e notte e per poter partire in pochi minuti nei casi di ordine di decollo su allarme, spesso alla ricerca dell'avvicinamento di 'zombie', gli aerei non identificati. Proprio come successo in giovedì scorso.
L'impegno dei militari italiani sul fianco Est prosegue, non è soltanto in Polonia ma su tutto il cosiddetto 'fianco Est'. E in Romania, proprio nel Paese dove qualche mese fa è terminata la missione della nostra Aeronautica nella base aerea di Mihail Kogalniceanu, potrebbe arrivare un incremento di uomini: è stato richiesto dal ministro della Difesa romeno, il quale in queste ore ha incontrato Guido Crosetto, che ha riferito di un "focus sulla cooperazione per l'addestramento e la difesa" avuto con il collega.
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