Continua in maniera serrata il
lavoro dei carabinieri di Alessandria dopo il triplice omicidio
di cui si è reso responsabile, ieri, Martino Benzi, ingegnere di
67 anni, ancora da compiere, prima di togliersi la vita. Il
giorno dopo la strage familiare, gli investigatori analizzano i
due biglietti trovati. Uno addosso allo stesso Benzi, che si è
ferito mortalmente alla gola nel giardino dell'Istituto Divina
Provvidenza, poco dopo aver ucciso la suocera Carla Schiffo di
78 anni. Intervenuti a seguito dell'allarme lanciato dalle
religiose, i militari hanno scoperto da quelle poche righe il
dramma. Monica Berta, 55 anni, e il figlio 17enne Matteo erano
senza vita, colpiti a coltellate, nella casa al civico 6 di via
Cesare Lombroso. Quella casa in cui in un secondo scritto
l'uomo, oltre ad assumersi esclusivamente la responsabilità di
tutto quanto accaduto, accenna a una disperazione non meglio
precisata - "sono rovinato" si legge - sulla quale sono
necessari accertamenti. Problemi economici o altro? Non è ancora
possibile saperlo.
Un minuto di silenzio e l'abbraccio collettivo del "prof
tik-toker" Sandro Marenco per accogliere in cortile i ragazzi
sono stati l'inizio della giornata all'Itis Volta di
Alessandria, dove studiava Matteo. La scuola ha voluto ricordare
così lo studente modello della quarta AE Elettrotecnica per
tentare poi di riprendere le normali lezioni. "Non ci sono
parole. Solo un immenso dolore. Matteo continua a volare con
noi..." l'affettuoso pensiero della dirigente Maria Elena
Dealessi, a capo di una comunità scolastica attonita. Che ha
perso un ragazzo appassionato di circuiti e programmazione, con
la lode in matematica. Ma anche curioso di storia e lingue
straniere. Sapeva fin dal primo giorno di scuola che cosa
avrebbe voluto fare: l'ingegnere, come il papà.
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