Una giornata ad alta tensione. Anche in Italia, come nel resto dell'Europa, è stato un venerdì di allerta massima nelle piazze e nelle moschee per quanto sta avvenendo in Israele. Una situazione resa ancora più complessa dopo quanto avvenuto in Francia dove un cittadino di origini cecene ha accoltellato a morte un docente di una scuola al grido Allah Akbar. Un episodio che al ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, "rievoca fantasmi non molto antichi" per "fibrillazioni che si possono verificare ma non sempre possono essere intercettate".
Per il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al momento nel nostro Paese "non c'è un livello particolare di allerta" ma i "nostri servizi di sicurezza sono allertati" anche "sul rischio emulazione". Una giornata che ha rappresentato, di fatto, il primo vero banco di prova del dispositivo in tema definito nella riunione di martedì scorso al Viminale del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico. Grande spiegamento di forze per manifestazioni e cortei in molte città. A Roma tensione tra forze dell'ordine e studenti che sfilavano in circa 600 in solidarietà con il "popolo di Gaza". Una carica è partita quando i ragazzi hanno cercato di deviare il percorso concordato dirigendosi verso il luogo dove era in corso un congresso delle destre giovanili europee. Le forze dell'ordine sono, quindi, intervenute con una carica a cui gli studenti hanno risposto con il lancio di uova e fumogeni.
Molti i cori contro Israele e il presidente Netanyahu. In piazza anche sigle della galassia anarchica e dell'estrema destra accumunati, con sfumature diverse, nella causa palestinese. Manifestazione pro Palestina anche a Napoli con una partecipazione di oltre 500 persone. "Gaza è una vera e propria prigione. Quando si comprimono 2 milioni di persone in prigione non si può dire che si rispettano i diritti umani", afferma Ludovico Chianese, dirigente del centro culturale Handala Ali, tra i promotori del corteo napoletano.
A Livorno tre persone, tutti appartenenti a gruppi antagonisti, sono state denunciate al termine di un tafferuglio con la polizia che ha sventato il loro tentativo di provocare i partecipanti alla manifestazione per Israele promossa dalla Comunità ebraica cittadina. Allerta massima anche intorno alle moschee dopo l'appello a scendere in piazza "in nome dell'orgogliosa Gaza" diffuso su diverse piattaforme social.
Nei sermoni gli imam hanno affrontato quanto sta accadendo nella striscia di Gaza. "Sono cresciuto in un Paese che da 75 anni è sotto occupazione, la Palestina. Dal 1967 hanno occupato tutta la terra - ha detto durante il sermone l'Imam Mohamed Shahin, della moschea Omar Ibn al Khattab di Torino -. È chiaro, Gaza dal 2006 è presidiata. Ora hanno vietato l'acqua, la corrente, e il cibo. Sono cresciuto sentendo dire che noi realizziamo la pace giusta in Palestina: cosa vuol dire? Faremo due stati. Diamo ai palestinesi uno stato". All'esterno degli edifici religiosi moltissimi i fedeli pro Palestina. "Stiamo qui per pregare per i fratelli palestinesi. Quella terra è dei palestinesi, noi vogliamo il mondo in pace ma questa guerra non finirà mai. Il terrorismo è quello dell'Isis. Quello dei palestinesi è difesa della loro terra", affermano all'esterno della Grande Moschea di Roma dove l'imam ha toccato il tema "della bugia". Ha ricordato ai fedeli di "non essere bugiardi, fare attenzione a chi dice falsità, perché il Profeta diceva che la bugia è la cosa peggiore". A Milano, nel centro culturale islamico di viale Jenner, l'imam ha invitato i presenti a pregare "per il popolo palestinese" e in molti si sono dati appuntamento ad una manifestazione in programma sabato in piazza Duca d'Aosta. Anche a Firenze previsto un doppio appuntamento a sostegno della Palestina. E domani altri cortei pro Palestina a Milano, Palermo e Torino.
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