"Non è stato Jurgalski, ma il
Guinness dei primati a fare marcia indietro, pretendendo da lui
di assumersi la responsabilità per l'intera vicenda. Infatti,
non aveva nessuna prova per le sue accuse". Lo dice all'ANSA
Reinhold Messner, che ora risulta nuovamente re degli ottomila.
"Si tratta di una non-polemica, il mondo attualmente ha ben
altri problemi", aggiunge il 79enne. Reinhold Messner e
l'americano Edi Viesturs, che per pochi giorni risultava come re
degli ottomila, domani interverranno assieme al Festival dello
Sport a Trento.
"Jurgalski - prosegue - ha dimostrato una volta in più di
non sapere nulla di alta montagna" (prevedendo ora una 'zona di
tolleranza' in prossimità delle vette, ndr.). "Non mi interessa
minimamente la sua opinione. Chi supera una parete di 4000 metri
di roccia e ghiaccio, come io e Hans Kammerlander
sull'Annapurna, non si ferma cinque metri sotto la vetta perché
gli fa comodo, è ridicolo".
"L'alpinismo è cultura e incontro tra uomo e montagna, di
certo l'alpinismo non è sport e non lo è rincorrere dei record.
Non ho mai chiesto di essere inserito nel Guinness dei primati e
non lo faccio neanche ora", prosegue l'altoatesino. "Non querelo
quell'uomo perché è una nullità e farei solo guadagnare gli
avvocati. "Da 30 anni si vuole vendicare perché una volta non
gli diedi attenzione, quando mi volle illustrare le sue idee",
racconta il 79enne.
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