Chiuse le indagini per l'omicidio
di Nada Cella, la giovane segretaria massacrata nel 1996 nello
studio del commercialista dove lavorava a Chiavari. L'avviso è
stato notificato all'unica indagata Annalucia Cecere. La procura
va dunque avanti e anche senza la prova del Dna è convinta che
l'assassina sia l'ex insegnante. La donna, assistita
dall'avvocato Giovanni Roffo, ha ora 20 giorni di tempo per
farsi eventualmente interrogare.
A fare riaprire il caso era stata la determinazione della
criminologa Antonella Pesce Delfino, insieme all'avvocata
Sabrina Franzone, che ha riletto gli atti della vecchia indagine
scoprendo particolari sottovalutati. Tra gli elementi non presi
inizialmente in considerazione anche la testimonianza di una
donna che aveva detto di avere visto, la mattina del delitto, la
Cecere sotto lo studio di Soracco mentre andava via sul suo
motorino.
Per gli investigatori, coordinati dal procuratore Francesco
Pinto e dal sostituto Gabriella Dotto, sul veicolo potrebbero
esserci dunque ancora possibili tracce nel caso in cui l'ex
insegnante avesse ucciso Cella. Per gli inquirenti Cecere
avrebbe ucciso per gelosia nei confronti di Soracco, che avrebbe
avuto un interessamento invece per la segretaria, e per prendere
il suo posto di lavoro. Tra gli elementi al vaglio anche alcuni
bottoni trovati all'epoca in casa dell'indagata uguali a uno
trovato sotto il corpo della segretaria.
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