Nasce da una costola dell'inchiesta
"Maestrale-Carthago" che lo scorso maggio ha portato a
un'ottantina di arresti in tutta Italia, l'indagine partenopea,
durata oltre due anni, su diversi episodi di corruzione al
Ministero del Lavoro nei quali sarebbero coinvolti, tra gli
altri, l'imprenditore Danilo Iervolino, ex proprietario
dell'università telematica Pegaso e presidente della
Salernitana, il segretario generale del sindacato Cisal
Francesco Cavallaro, il segretario generale del ministero del
Lavoro Concetta Ferrari e Fabia D'Andrea, all'epoca dei fatti
vice capo di Gabinetto del ministro del Lavoro.
Un'inchiesta, la "Maestrale-Carthago", coordinata dal
procuratore Nicola Gratteri che da qualche settimana ha assunto
la guida dell'ufficio inquirente partenopeo.
Tutto nasce da una serie di intercettazioni che vedono
protagonisti, in particolare, il segretario generale del
sindacato Cisal Francesco Cavallaro, ulteriormente sviluppate e
riscontrate dalla Procura di Napoli, sulla base degli elementi
raccolti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf
partenopea. Secondo l'ipotesi accusatoria formulata dagli
inquirenti napoletani (il sostituto procuratore Henry John
Woodcock e il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno) il
sindacalista calabrese avrebbe chiesto e ottenuto tramite
Iervolino l'assunzione alla Pegaso del figlio della Ferrari (che
però non avrebbe mai lavorato all'Università) in cambio del
parere favorevole del ministero del Lavoro sulla scissione del
patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal, conservando però
vantaggi economici e patrimoniali. Per questo via libera del
ministero, in precedenza negato, Cavallaro avrebbe, sempre
secondo la Procura di Napoli, concesso alla funzionaria e al
marito una vacanza in un resort di Tropea, in Calabria, il
noleggio di una barca e di un'auto, una borsa Luis Vitton del
valore di 780 euro, cravatte griffate, e anche la vendita di
un'Audi Q3 a prezzo fortemente ridotto a un altro figlio della
funzionaria.
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