Fiumi esondati, con abitazioni e negozi inondati nei centri abitati, senza corrente e con famiglie costrette a lasciare le case spostandosi sui gommoni. "Non ho mai visto una cosa del genere in tutti questi anni. Per noi quarratini questa è stata la nostra alluvione di Firenze del '66": Roberto Tramonti, volontario soccorritore della protezione civile di Quarrata, uno dei Comuni pistoiesi più colpiti in queste ore dalla tempesta Ciaran, traccia nel suo piccolo un paragone con il tragico evento che quasi con esattezza 57 anni fa, il 4 novembre 1966, sconvolse invece il capoluogo della Toscana. Roberto, alle prese con le pompe idrovore per togliere il fango ed evacuare le persone in difficoltà, si è visto arrivare altri volontari, vigili del fuoco, forze dell'ordine e persino il nucleo ricognizione del 183esimo reggimento dei paracadutisti di Pistoia.
Sono state piogge "senza precedenti" - ha spiegato lo stesso governatore toscano, Eugenio Giani: "In quattro ore in alcuni comuni c'è stata una media di 200 millimetri d'acqua caduta: mai così tanta acqua in un arco di tempo così ristretto nemmeno nell'alluvione del 1966", sottolinea ricordando anche lui la disastrosa alluvione.
Anche il sindaco di Quarrata, Gabriele Romiti, commenta esterrefatto: "Siamo il Comune dove ha piovuto più forte nella provincia di Pistoia, da ieri era fuoriuscito il torrente Fermulla: non era mai capitato, ha invaso il centro della città, con abitazioni e negozi. In un altro punto ha rotto gli argini il torrente La Stella. Si tratta di danni importanti, mai vista una situazione così in settant'anni", spiega il primo cittadino che ha aperto la villa medicea de La Magia, patrimonio Unesco, per ospitare quindici famiglie di sfollati.
E mentre nel '66 le comunicazioni durante l'alluvione avvenivano soltanto via radio, dopo oltre mezzo secolo oggi le informazioni - video di soccorsi, allagamenti e segnalazioni - viaggiano sui social, con tanto di polemica. "Sono quasi 60 anni che a novembre in Italia ricordiamo le alluvioni, ma oltre a celebrare i morti e parlare non facciamo mai nulla per prevenire ed evitare che accada di nuovo. È davvero molto triste", scrive su X Andrea Pecchia. E in molti twittano: "lasciamo stare i discorsi sul cambiamento climatico. Già ci fu un'alluvione storica che travolse tutto". Anche Claudio Giudici sempre su X aggiunge: "Nel '66 l'esondazione di svariati fiumi del fiorentino arrivò dopo 10 giorni di pioggia ininterrotta. Oggi dopo mezza giornata. Investimenti per manutenzione territorio sono oggi marginali rispetto ad allora, grazie alle trentennali politiche europee di austerità". Ma in passato negli anni una serie di interventi, che hanno aiutato in particolare la città di Firenze, sono stati effettuati. Tra questi, la diga di Bilancino, con ad esempio la messa in sicurezza del Valdarno a monte del capoluogo fiorentino, e la creazione del lago artificiale al Mugello che può contenere fino a circa 70 milioni di metri cubi d'acqua. La cancellazione del rischio però, come i tecnici hanno sempre sottolineato, sarebbe impossibile.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA