Lo prendeva a schiaffi e a cinghiate e accompagnava le botte a insulti e minacce di morte. Tutti i giorni e da anni. Il tutto nel silenzio e nella complicità dei familiari più stretti che sapevano ma non hanno mai denunciato. Il protagonista delle violenze subite è un bambino di undici anni disabile che vive nell'hinterland di Sassari e che invece di essere salvato dalla furia del padre da chi gli è più vicino e vedeva è stato strappato alla casa degli orrori dalla Polizia di Stato.
L'uomo è stato arrestato in flagranza differita, istituto entrato in vigore alla fine dello scorso anno nell'ambito delle nuove procedure di tutela del Codice Rosso. Ad incastrarlo sono state le intercettazioni ambientali: telecamere e microfoni hanno drammaticamente documentato le violenze quotidiane e raccapriccianti a cui il piccolo, autistico, era sottoposto, a quanto pare, da molto tempo e molto spesso davanti ad altre persone della sua famiglia.
L'uso della forza da parte del padre avveniva tramite schiaffi ma anche cinghiate sul corpo del bambino, oltre alle ripetute minacce di ucciderlo e insulti di ogni genere. A denunciare le violenze subite in casa dal minore sono state persone estranee al nucleo familiare che hanno fatto scattare immediatamente le indagini coordinate dalla Procura. Le violenze avvenivano, a quanto si apprende, solo tra le mura domestiche e per documentarle sono state necessarie le intercettazioni ambientali. L'arrestato, come disposto dall'Autorità Giudiziaria, è stato trasferito nella Casa circondariale di Bancali in attesa dell'udienza di convalida, mentre il bambino, su disposizione del Tribunale per i Minorenni di Sassari, è stato collocato in una struttura protetta specializzata.
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