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La prima volta di Papa Francesco da Fazio, non sono un santo, ho bisogno degli amici

La prima volta di Papa Francesco da Fazio, non sono un santo, ho bisogno degli amici

A Che tempo che fa parla delle guerre e del suo privato

14 gennaio 2024, 21:32

di Manuela Tulli

ANSACheck

Papa Francesco ospite per la prima volta da Fabio Fazio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Papa Francesco ospite per la prima volta da Fabio Fazio -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Papa Francesco ospite per la prima volta da Fabio Fazio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le guerre da fermare, i migranti da aiutare, la "madre Terra" da preservare, la vicinanza agli altri che e'  anche "toccare", il rapporto tra genitori e figli. Il futuro della Chiesa. Ma anche i gusti musicali dove il tango ha un posto speciale. E' una conversazione a tutto campo quella tra Papa Francesco e Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa. Un'ora di conversazione in tv su Rai 3, in cui Francesco e'  collegato dal
suo appartamento a Santa Marta dove "ho deciso di andare, perche' ho bisogno degli amici. Non sono un santo".
   "Ci sono lager nella Libia", "dobbiamo pensare alla politica migratoria" e l'Europa deve farlo insieme, "l'Unione europea deve mettersi d'accordo" evitando che l'onere ricada solo sualcuni Paesi come "l'Italia e la Spagna", ha detto il Papa, ricordando le sofferenze dei migranti che attraversano il Mediterraneo, "ormai diventato un cimitero", per sfuggire alle guerre e alla fame.
   E allora non bisogna girarsi dall'altra parte. "Ci manca il toccare le miserie e il toccarle ci porta all'eroicita' , penso a medici e infermieri che hanno toccato il male durante la pandemia e hanno scelto di stare li' . Il tatto e'  il senso piu' pieno". "Toccare e'  farsi carico dell'altro". Ma "dobbiamo prenderci carico anche della Madre Terra: i pescatori di San Benedetto del Tronto venuti da me hanno trovato una volta tonnellate di plastica e hanno ripulito quel tratto di mare. Buttare la plastica in mare e'  criminale, uccide la terra, dobbiamo tutelare la biodiversita' , dobbiamo prenderci cura delCreato".
   Poi uno sguardo alle famiglie. "Serve vicinanza con i figli: quando si confessano coppie giovani o parlo con loro chiedo sempre: 'tu giochi con i tuoi figli?' A volte sento risposte dolorose: 'Padre, quando esco dormono e quando torno pure'. Questa e'  la societa'  crudele che allontana genitori dai figli. Anche quando i figli fanno qualche scivolata, anche da grandi,
bisogna essere loro vicini, bisogna parlare ai figli. I genitori che non sono vicini non operano bene, devono essere quasi complici dei figli, quella complicita'  che permette di crescere insieme padri e figli". C'e'  il mistero della sofferenza dei bambini che sono malati. "Se mi chiedete perche' , non so rispondere".
   Il Papa ha poi parlato della Chiesa e del suo futuro: "Una Chiesa in  pellegrinaggio". "Oggi il male piu'  grande della Chiesa e'  la mondanita'  spirituale. È il peggiore dei mali che puo' accadere alla Chiesa, peggio ancora dei papi libertini" e "fa crescere una cosa brutta: il clericalismo che e'  una perversione della Chiesa che genera la rigidita' ", "c'e'  putredine sempre". Poi qualche confessione piu'  intima. Sulla musica: "Mi piacciono i classici, tanto. E mi piace il tango". E lo ballava perche'  "un porteno che non balla il tango non e'  un porteno".
  La vita di oggi nella sua normalita' . "Si' , ho degli amici che mi aiutano", "pochi ma veri" e con loro c'e'  un rapporto "normale". Poi scherza: "Non che io sia normale, ho delle mie anormalita'  ma mi piace stare con gli amici. Io ho bisogno degli amici. E' uno dei motivi per il quale non sono andato ad abitare all'appartamento pontificio. Gli altri Papi sono santi ma io non sono tanto santo, ho bisogno dei rapporti umani".
   Da piccolo come immaginava il futuro? "La prima cosa che volevo fare era il macellaio" perche'  "quando andavo a fare la spesa con la nonna vedevo il macellaio che aveva davanti una borsa dove metteva tanti soldi", "sara'  la mia radice genovese...". Poi gli studi in chimica e la preparazione per entrare nella facolta'  di medicina "ma poi e'  arrivata la
vocazione". Infine cita Vittorio De Sica che in un film chiedeva "cento lire". "Io vi chiedo cento preghiere". 

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