Il "complessivo comportamento
tenuto dalla Procura altera quello che dovrebbe essere
l'intangibile equilibrio tra accusa e difesa nell'esercizio del
giusto processo". Lo scrive la Camera penale di Milano nella
delibera con cui conferma, come emerso nei giorni scorsi,
l'astensione dalle udienze per il 4 marzo in relazione al caso
di Alessia Pifferi, ossia alla nuova inchiesta del pm Francesco
De Tommasi a carico di due psicologhe che lavoravano a San
Vittore e dell'avvocatessa della donna, a processo per aver
lasciato morire la figlia Diana di stenti.
Lo sciopero dei penalisti milanesi sarà anche simbolico
perché si terrà proprio in concomitanza con la prossima udienza
del processo a Pifferi, che riprenderà dopo il deposito della
perizia psichiatrica.
Per la Camera penale di Milano il procuratore Marcello Viola,
preso atto del "contrasto insanabile" tra il pm De Tommasi e la
collega Rosaria Stagnaro, che ha rinunciato all'incarico nel
processo dato che non fu informata della nuova tranche di
indagini, dovrebbe "riassegnare" entrambi i procedimenti, ossia
il processo in corso e le nuove indagini, ad altri pm. In
pratica, chiedono che Viola tolga entrambi i procedimenti a De
Tommasi. E ciò anche per la "peculiare situazione processuale
determinatasi a seguito dell'indagine parallela".
E' necessario, scrivono i penalisti milanesi, "tutelare la
serenità del processo e dunque dell'imputato che lo subisce". Il
diritto di difesa "e di esercizio del diritto alla prova nel
processo sono stati pericolosamente intaccati dalla condotta del
pubblico ministero il quale, anziché contestare la prova nel
processo, ha usato impropriamente il suo potere investigativo,
rischiando di intimidire difensore, personale sanitario,
consulenti, periti e, in ultima analisi - concludono gli
avvocati - i giudici che, ne siamo certi, non consentiranno
ingerenze".
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