"Se prendiamo a riferimento il quinquennio 2019-2023, i casi di omicidio di donne non hanno subito significativi scostamenti: nel 2023 si sono registrati 96 episodi, a fronte degli 89 del 2019. Tra il 2019 e il 2023, più del 60% dei casi di femminicidio si sono consumati nel cosiddetto ambito relazionale e nella maggior parte degli eventi, l'autore dell'omicidio è stato il partner o l'ex.
L'età media delle vittime è di 50 anni e le ultra 65enni rappresentano da sole circa un terzo del totale (28%). L'arma maggiormente utilizzata è quella da punta e taglio (45%). La maggior parte degli eventi si verificano nelle aree più densamente popolate, ma si registra una significativa incidenza anche in province meno popolose". Così il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Teo Luzi, in commissione parlamentare sul femminicidio.
Luzi ha spiegato che "un femminicidio può maturare con maggiore probabilità nei due anni successivi alle prime manifestazioni di maltrattamento o violenze".
Riguardo ai "maltrattamenti in famiglia si è passati dai 23.946 casi denunciati del 2019 ai 25.349 del 2022, per poi scendere ai 23.718 del 2023 (-6,4%), anche se la percentuale di vittime donne si è mantenuta oltre il 75%.
Analogo andamento ha riguardato gli atti persecutori. Si è passati dai 13.291 del 2019 ai 13.049 del 2022, scendendo nel 2023 a 12.061 casi, con un decremento dell'8,2%. Per le violenze sessuali con vittime donne, dai 5.429 fatti reato del 2019 si è raggiunto il picco dei 6.022 nel 2022. Nel 2023, i casi riscontrati sono stati, invece, 5.421 (-9,9%)".
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