Alcune scelte "linguistiche" dei
giudici "paiono addirsi più alla prosa romanzesca che a quella
giudiziaria" e dimostrano una "malcelata avversione" nei
confronti degli imputati, con "un giudizio di tipo moralistico e
valoriale" perché considerati "emblemi di due fenomeni sociali
oggi particolarmente invisi, ovvero quello delle cosiddette
'baby gang' e della musica trap".
Sono passaggi dell'atto con cui i legali Niccolò Vecchioni e
Jacopo Cappetta hanno presentato ricorso in appello contro le
condanne dei noti trapper Mohamed Lamine Saida, detto Simba La
Rue, e Zaccaria Mouhib, ossia Baby Gang, e dei giovani della
loro crew. Condanne inflitte a metà novembre scorso nel processo
abbreviato con al centro la sparatoria, avvenuta nella notte tra
il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino a corso
Como, zona della movida milanese, in cui rimasero feriti due
senegalesi a colpi di pistola.
In particolare, Simba è stato condannato a 6 anni e 4 mesi e
Baby Gang a 5 anni e 2 mesi dai giudici della settima penale di
Milano Tremolada-Pucci-Gallina. I legali nell'impugnazione
contestano "la totale nonchalance con la quale la sentenza
impugnata ha operato un vero e proprio ribaltamento di alcuni
dati storici". Mettono in evidenza che il collegio di giudici ha
sostenuto che un imputato avrebbe "condiviso con terzi un video
della rissa", spingendosi "a paragonare tutti gli imputati ad
'arcaici cacciatori che si immortalavano davanti alle loro prede
esamini'". Mentre nessuno di loro "si è mai ripreso nell'atto di
compiere atti violenti".
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