Sono arrivati oggi all'aeroporto militare di Ciampino i tre cittadini italiani - Rocco Antonio Langone, Maria Donata Caivano e il loro figlio Giovanni - che serano stati sequestrati il 19 maggio 2022 nella loro abitazione alla periferia della città di Koutiala, a sud est di Bamako, capitale del Mali, dove vivevano da diversi anni. La famiglia è stata accolta dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. L'operazione di liberazione e rimpatrio della famiglia Langone è stata resa possibile dal lavoro congiunto dell'Unità di Crisi della Farnesina e dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise).
I tre "sono in buona salute, hanno incontrato i familiari e ci ho parlato anch'io, sono molto contento", ha detto Tajani dopo averli accolti a Ciampino. Il ministro ha voluto "ringraziare l'unità di crisi della Farnesina e l'intelligence per tutto il lavoro che è stato fatto per riportarli a casa", ed ha sottolineato che è stato fatto
"tutto in silenzio, con la grandissima collaborazione e la grande serietà della famiglia".
Padre Maccalli, 'Grande gioia'
Padre Pierluigi Maccalli, che è stato due anni nelle mani di terroristi in Africa, ha espresso "grande gioia per la liberazione della famiglia italiana rapita in Mali il 19 maggio scorso 2022". Secondo il religioso, i componenti della famiglia Langone "stanno tutti bene" e "ad attenderli a Roma presso la Farnesina c'è l'altro figlio, Daniele". Lo riferisce l'Agenzia Fides.
I Langone vivevano nella periferia della città di Koutiala, la stessa nella quale venne rapita suor Gloria Cecilia Narváez, la missionaria colombiana della congregazione delle Suore Francescane di Maria Immacolata, rapita il 7 febbraio 2017 e rilasciata il 9 ottobre 2021.
La soddisfazione di Meloni
"Voglio esprimere le mie più sentite felicitazioni per la liberazione dei nostri tre connazionali sequestrati nel 2022 in Mali: Rocco Langone, la moglie Maria
Donata Caivano e il figlio Giovanni. E ringraziare per lo straordinario lavoro l'Aise che, di concerto con il ministero degli Esteri, ha consentito questo non facile risultato". Così in una nota la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
D'altra parte, Palazzo Chigi ha spiegato in un comunicato che il rapimento dei tre italiani "era avvenuto da parte di una fazione jihadista riconducibile al
JNIM, Gruppo di supporto per l'Islam e i musulmani, allineata con al-Qa'ida, attiva in larga parte dell'Africa Occidentale. La famiglia Langone viveva a Koutiala da diversi anni, all'interno di una comunità di Testimoni di Geova, del tutto integrati. Il rilascio della famiglia è stato reso possibile grazie all'intensa attività avviata dall'AISE, di concerto con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, fin dall'immediatezza del sequestro, e in
particolare grazie ai contatti dell'Agenzia con personalità tribali e con i servizi di intelligence locali"
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