Criticità nell'utilizzo delle
piattaforme di approvvigionamento digitali certificate e della
Piattaforma Contratti pubblici nazionale (PCP) in seguito
all'entrata in vigore il 1 gennaio scorso della digitalizzazione
degli appalti pubblici, sono state segnalate dalla Conferenza
delle Regioni in una lettera inviata il 4 Aprile scorso al
ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e al Presidente
Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) Giuseppe Busia.
In essa la Conferenza delle Regioni segnala "ritardi
nell'avvio delle procedure di affidamento di lavori, servizi e
forniture" con "l'utilizzo dei sistemi di centralizzazione della
committenza". Ritardi che si verificano "in una fase cruciale
sia per l' applicazione ed attuazione della rinnovata disciplina
del Codice dei contratti pubblici, che per il raggiungimento
degli obiettivi Pnrr".
Le stazioni appaltanti del territorio "evidenziano un
sostanziale peggioramento nei tempi e nelle modalità di
svolgimento di qualsiasi tipo di procedura". Nel caso degli
affidamenti diretti si moltiplica il tempo mediamente
necessario. Le difficoltà sono, tra l'altro, nell'accesso alle
piattaforme di e-procurement solo tramite SPID del RUP o del
responsabile di fase nonché le difficoltà nel far dialogare la
piattaforma contratti pubblici (Pcp) con le piattaforme
certificate delle stazioni appaltanti e centrali di committenza.
Nonostante gli sforzi dell'Autorità e pur considerando la
"complessità della questione", per Fedriga "un cambiamento così
radicale del sistema di approvvigionamento pubblico, forse,
avrebbe richiesto più tempo per l'attivazione del processo
digitale, accompagnandolo anche con una efficace attività
formativa" del personale. Regioni e Province autonome, comunque,
sono "disponibili a tutti gli approfondimenti necessari" e
chiedono "di voler rafforzare la collaborazione istituzionale
anche attraverso la programmazione di specifici incontri
tecnici".
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