"Io non ce la facevo più, avevo già
chiesto di essere trasferito e venivo anche seguito da uno
psicologo". È quanto ha detto, in sostanza, uno degli agenti
arrestati nell'inchiesta milanese su torture e violenze al
carcere minorile Beccaria, interrogato dal gip di Milano
Stefania Donadeo.
Sulla falsariga di quanto hanno spiegato anche gli altri
quattro agenti che hanno deciso di parlare, il poliziotto ha
raccontato che non gli era stata data "alcuna formazione
specializzata" per trovarsi davanti quei ragazzi "cosiddetti
'difficili'". E ha ammesso, così come altri, che lui "per rabbia
e reazione" avrebbe commesso quelle violenze.
Anche lui ha parlato di una "situazione che si era creata",
non predeterminata, in cui "noi giovani senza esperienza
dovevamo affrontare e gestire tutto da soli e diventavamo
rabbiosi". Lui non ce la faceva più, stando a quanto ha messo a
verbale, e aveva chiesto "già da tempo di essere trasferito".
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