Due persone sono state
arrestate e poste ai domiciliari per peculato e altre tre sono
indagate per lo stesso reato e beni per 230mila euro sono stati
sequestrati dal Nucleo di Polizia economico - finanziaria della
Guardia di Finanza di Vibo Valentia, insieme alla Sezione di pg
della Guardia di finanza della Procura e alla Polizia locale
nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della
Repubblica di Vibo Valentia e condotta.
Dalle indagini sarebbe emerso che due dirigenti del Sistema
bibliotecario vibonese, un servizio pubblico locale gestito e
finanziato dalla Regione Calabria, si sarebbero appropriati, nel
tempo, di ingenti somme di denaro - pari all'importo sequestrato
- destinandole, tra l'altro, a propri congiunti tramite
conferimento diretto di incarichi in palese conflitto di
interesse, eludendo le disposizioni in materia di accesso al
pubblico impiego.
In particolare, dagli accertamenti, secondo l'accusa, è
emerso che, per lo svolgimento delle attività connesse alla
realizzazione dei progetti a cui ha preso parte, l'ente si è
avvalso, negli anni, oltre che del personale regolarmente
assunto, anche di altri soggetti con contratti di lavoro
autonomo conferiti attraverso lettere di incarico prive di ogni
riferimento circa la tipologia di selezione utilizzata e nelle
quali non si dava atto di aver reso pubblica la ricerca di
personale in quello specifico settore. La pluralità di incarichi
dal medesimo contenuto, "reiteratamente conferiti a familiari
delle persone colpite da misura cautelare evidenzia, peraltro -
rilevano gli investigatori - la sussistenza di esigenze non
temporanee ed eccezionali, ma ordinarie e perduranti, rispetto
alle quali l'amministrazione avrebbe dovuto trovare idonee
soluzioni in termini di programmazione dei fabbisogni di
personale, nonché di aggiornamento e formazione dei profili
professionali interni".
Dall'analisi della documentazione amministrativa è anche
emerso che l'ente, nel corso degli anni, ha approvato bilanci
senza sottoporli al vaglio di un apposito revisore dei conti,
figura mai nominata. I bilanci, inoltre, secondo l'accusa, sono
risultati essere "manipolati" con lo scopo di dare false
informative economico-finanziarie, attraverso una
rappresentazione fuorviante della situazione reale.
Una gestione illecita, sostiene l'accusa, che ha portato al
dissesto dell'ente che nel periodo oggetto di indagine ha
maturato una situazione debitoria quantificata in circa 700.000
euro.
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