E' stato mandato a processo con
rito immediato, su decisione del gip di Milano Cristian Mariani,
con prima udienza fissata in Corte d'Assise il 29 maggio,
Benedetto Marino, finito in carcere il 10 ottobre scorso perché
avrebbe fatto da "palo" nell'omicidio di Paolo Salvaggio,
avvenuto a Buccinasco (Milano) l'11 ottobre 2021, garantendo
"una celere e sicura via di fuga" in auto ad uno dei due killer,
non identificati, che su un motorino hanno sparato tre colpi.
Il 45enne milanese, assistito dall'avvocato Davide Montani,
nell'interrogatorio dopo l'arresto si era avvalso della facoltà
di non rispondere. Tra gli elementi a carico dell'arrestato c'è
anche il riconoscimento effettuato dalla sua compagna. Sentita
nelle indagini condotte dal Nucleo investigativo dei carabinieri
e coordinate dai pm Sara Ombra e Gianluca Prisco, la donna aveva
riconosciuto, infatti, il compagno quando le è stato sottoposto
un "frammento" di immagine nella quale si vedrebbe Marino uscire
dall'auto, prima del momento in cui avrebbe fatto salire a bordo
uno dei due killer, per poi fuggire con lui.
Tra l'altro, nell'ordinanza c'erano anche intercettazioni
telefoniche tra la donna e il compagno nelle quali la prima
"conferma ripetutamente di averlo riconosciuto" e lui lo
"ritiene perfettamente plausibile". Agli atti anche il
"pedinamento virtuale" del motorino usato per l'omicidio e
dell'auto.
Anche se Salvaggio era ritenuto elemento di spicco della
criminalità milanese, con relazioni con la cosca 'ndranghetista
dei Barbaro-Papalia e con il "clan dei catanesi" legato al boss
Angelo Epaminonda, non era stato individuato un movente della
"esecuzione". E' "probabilmente legato a screzi passati - aveva
scritto il gip - occorsi durante il periodo di detenzione di
alcuni soggetti coinvolti". Le indagini sul punto si sono
concentrate su persone "gravitanti nel cosiddetto circuito di
via Fleming a Milano".
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